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Il reliquiario di Madre Teresa, una fonte di carità

Il reliquiario di Madre Teresa  |  | CNA Il reliquiario di Madre Teresa | | CNA

Nel Giubileo straordinario della Misericordia, la Chiesa concede la grazia di elevare agli onori degli altari la Beata Teresa di Calcutta l’umile messaggera del tenero e misericordioso amore di Dio. Lei ha ascoltato la voce del Signore Gesù, incarnato nel corpo degli ultimi e dei sofferenti, e si è lasciata sedurre dallo Spirito del Cristo Crocifisso emesso dalla croce che le sussurrava: “HO SETE”. Nel suo travagliato e lungo cammino non ha mai smesso di credere che il tenero amore di Gesù misericordioso si sarebbe fatto presente ai più sofferenti attraverso il suo sguardo sereno e sorridente.

Lei non ha mai smesso di credere che Gesù ha detto: “Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Mt 25,40). Il reliquiario che contiene la reliquia di Madre Teresa è a forma di croce, perché è dal patibolo della Croce che il Cristo ha fatto udire la sua voce a Madre Teresa con le tremende parole: “HO SETE”. Ogni lebbroso, ogni ammalato, ogni persona abbandonata era come se ripetesse le sublimi parole pronunciate da Cristo perché essendo un solo corpo: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui “ (1 Cor 12, 26). Le opere di misericordia della Beata Teresa attingono all’unico Amore di Cristo, per cui il retro della croce è stato realizzato in un unico pezzo di cedro del Libano. La scelta del legno è caduta sul cedro del Libano per le sue notevoli dimensioni, è stato fatto anche emblema di nobiltà, di magnificenza, di maestà e di bellezza.

È proprio per questo che Ezechiele lo utilizza come simbolo del Messia e contemporaneamente la missione di coloro che diventano suoi discepoli. “Dice il Signore Dio: lo prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami coglierò un ramoscello e lo pianterò sopra un monte alto, massiccio; lo pianterò sopra un monte alto d'Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico. Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all'ombra dei suoi rami riposerà. Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l'albero alto e innalzo l'albero basso; faccio seccare l'albero verde e germogliare l'albero secco. Io, il Signore, ho parlato e lo farò” (Ez 17,22-24). La parte anteriore realizzata con svariati pezzi di legno provenienti da persone e luoghi dove la sofferenza continua ad esprimere il gemito di Cristo sulla croce: “HO SETE”.

È lo stesso Cristo che la Madre ha accolto nella sua prima casa di Calcutta, che soffre nelle roulotte dei campi nomadi, sui barconi dei profughi che arrivano sulle coste di Lampedusa, nei lebbrosi, nei giovani schiavi delle nuove dipendenze, nei disabili, nei piccoli indifesi, nei sordomuti, nelle prostitute, nei carcerati e negli anziani soli e abbandonati. La parte anteriore della croce è formata anche da un pezzo di legno dell’inginocchiatoio di un confessionale, emblema del perdono sacramentale, poiché il peccatore è colui che non ha sperimentato l’amore di Dio e Madre Teresa diceva che sono i più poveri dei poveri. Per poter dar regalità al Suo Sposo che ha così tanto amato e servito incessantemente nelle vesti dei più poveri fra i poveri ho pensato di incorniciare la Croce con una lastrina in oro proprio per dare più visibilità e catturare l’attenzione sui suoi due amori più grandi: GESÙ e i POVERI.

Un suo pensiero esplicativo di questa unione indissolubile declara: “Il privilegio che abbiamo di adorarlo ogni giorno è uno dei Suoi doni più grandi. Se avete un cuore puro sarete in grado di vedere sempre quel legame meraviglioso tra il Pane di Vita e il corpo spezzato di Cristo nei poveri”. Le membra dell’unico corpo di Cristo continuano a chiedere l’acqua dell’amore, per cui la teca che contiene la reliquia della Beata Teresa ha la forma di una goccia d’acqua che basta a dissetare la tremenda sete del senza senso della sofferenza vissuta nella solitudine. L’amore che Madre Teresa ha donato a migliaia di sofferenti, con la sua straordinaria piccolezza e semplicità e continua a donare attraverso le Missionarie della Carità è attinta dalla preghiera prolungata e contemplativa ai piedi di Colui che ha detto: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva". (Gv 4, 5- 15)

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Solo con la forza della preghiera ci si avvicina al Cristo sofferente nel lebbroso, nella prostituta, nel rifugiato etc… La mano rugosa, segnata dalla carità, che porge quella goccia piena d’amore per rispondere al grido di dolore che il Suo Amato Sposo, 2000 anni prima, disse negli ultimi istanti della sua vita sul Golgota e che poi le fece risentire, in quel famoso 10 settembre 1946 in un treno, chiamandola ad essere messaggera del tenero e misericordioso amore di Dio, dissetandolo di quell’infinita sete d’amore di anime seguendo le istruzioni che Lui stesso le diede: “Vieni – vai in mezzo a loro (i poveri) – portami con te tra di loro”. La santità di questa piccola ma grande donna è stata proprio l’instancabile missione di portare Gesù e la Sua luce nella case dei poveri, specialmente alle anime più bisognose, e di irradiare ovunque l’amore del Suo Cuore. Proprio per questo sconfinato amore che Madre Teresa aveva per Gesù e per i poveri ho voluto inscrivere questa grande Croce in un cuore fatto da due parti. La parte di sinistra, che riprende le tre strisce blu del sari di Madre Teresa, in una forma molto curva come era la Madre sempre curva in preghiera e meditazione, curva nel servire i poveri e per poter dare anche l’idea che la Madre si nutriva sempre della tenerezza di Dio.

La parte di destra, una forma più morbida più soffice di color bianco, per continuare a rappresentare il vestito da lei indossato e, con incise le due parole “I THIRST” nella calligrafia originale della Madre, il soffio unitamente all’ultima parola di Gesù sulla croce 2000 anni fa, per evidenziare le due parole chiave che il 10 settembre 1946 scossero la vita della Madre che rispondendo a queste chiamata donò tutta la sua vita a “DISSETARE L’INFINITA SETE D’AMORE DI ANIME GESU’ SULLA CROCE”. La motivazione per cui le due parole sono in oro è dettata dal desiderio di valorizzare ed esaltare questa locuzione interna che lei ebbe e dalla quale scaturì la chiamata al servizio gratuito ai più poveri fra i poveri, ma soprattutto perché queste due parole sono PAROLA DI DIO. Le due parti del cuore son distaccate tra loro ma unite da una linea circolare esprime il dinamismo della missione di Madre Teresa iniziata con la rivelazione di Gesù e portata a compimento.

Quella bianca parte dove si trova la bocca di Gesù sulla croce quando durante i suoi ultimi istanti di vita espresse la voglia di bere dicendo: “HO SETE”; queste parole vengono accolte dalla Madre nel momento, come lei amava definire, della “chiamata nella chiamata” ascoltando questo suo grido, lei offre tutta la vita al più Povero dei Poveri riconoscendolo nel viso sfigurato dei poveri; continuando sulla parte sinistra del cuore ho voluto rappresentare tutto l’operato della Madre ispirato al passo del Vangelo di Matteo “LO AVETE FATTO A ME”. “HO SETE” – “LO AVETE FATTO A ME”, il MEZZO con il FINE. La scelta dei colori blu e bianco oltre a rappresentare il colore del suo sari sono anche i colori che rappresentano la Beata Vergine Maria a cui Madre Teresa era molto devota tanto da nominarla Patrona della sua Congregazione.

Lei stessa ripeteva sempre che Maria è stata la prima Missionaria della Carità e invitava le sue sorelle ad imitare la vita di Maria. Madre Teresa ci ricorda sempre qual è stata la molla segreta del suo servizio ai poveri e dell’intera sua vita: l’amore per Gesù. Ma dove trovare questo amore? Madre Teresa sapeva a chi chiederlo: a Maria! Come far ad avere un cuore così grande da poter amare Gesù come non l’ha mai amato nessuno? Il Cuore Immacolato di Maria è stato sicuramente il cuore che ha accolto per primo Gesù e lo ha amato come non l’ha mai amato nessuno. Una delle sue più belle preghiere a cui mi sono ispirato anche per la scelta della colorazione del cuore dice: “Maria, Madre di Gesù, donami il Tuo cuore, così bello, così puro, così immacolato, così pieno di amore e di umiltà, perché io possa ricevere Gesù nel Pane di Vita, amarLo come Tu Lo hai amato e servirLo come Tu Lo hai Servito, sotto il volto sfigurato dei più poveri tra i poveri.”

La croce è fissata su una base metallica fatta in ferro sporco, rovinato, poco lavorato per rappresentare come la società ha sempre visto la gente povera che Madre Teresa invece amò con tutto il suo cuore considerandola mezzo prezioso per arrivare alla piena unione con Gesù e servirlo nelle vesti di queste persone iniziando la sua missione scendendo negli sporchi slum di Calcutta.