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Il vescovo Premio Nobel accusato di abusi.“Dal 2020 misure nei suoi confronti”

Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede chiarisce che sin dal 2020 c’erano state restrizioni, rafforzate poi nel 2021, su Carlos Filipe Ximenes Belo

Vescovo Ximenes Belo | Il vescovo Ximenes Belo, accusato di abusi | Vatican Media Vescovo Ximenes Belo | Il vescovo Ximenes Belo, accusato di abusi | Vatican Media

Aveva vinto il Nobel per la pace nel 1996 insieme a José Ramos-Horta, per aver lavorato verso “una giusta e pacifica risoluzione del conflitto in Timor Est”. Ma proprio in quegli anni, il vescovo Filipe Ximenes Belo, dal 1988 al 2022 amministratore aposotlico di Dili, avrebbe abusato di minori. Accuse durissime, che sono emerse negli scorsi giorni, quando un giornale olandese ha riportato le testimonianze anonime di alcune vittime. Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha precisato in dichiarazioni rese a Vatican News che nel 2020 aveva applicato restrizioni nei suoi confronti, rafforzate poi nel 2021.

Il vescovo Ximenes Belo ha oggi 74 anni. Dopo aver giocato un ruolo fondamentale nell’indipendenza del suo Paese dall’occupazione indonesiana (1975 – 1999), si era trasferito in Portogallo già nel 2003. Nel 2002, Giovanni Paolo II aveva accettato la sua rinuncia come amministratore apostolico di Dili “in conformità al canone 401 paragrafo 2 del Codice di Diritto Canonico”, il comma che indicava, cioè, che le dimissioni erano avvenute per malattia o problematiche gravi.

Era proprio in quell’anno che erano emerse accuse nei suoi confronti. Il giornale olandese De Groene sostiene che il presule oggi, ancora risiedente in Portogallo, avrebbe restrizioni sui movimenti, per i quali “deve chiedere permesso al Vaticano”.

Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha chiarito in dichiarazioni a Vatican News che “la Congregazione per la Dottrina della Fede è stata interessata al caso per la prima volta nel 2019. Alla luce delle accuse ricevute sul comportamento del vescovo, nel settembre 2020 la Congregazione gli ha imposto alcune restrizioni disciplinari. Queste includevano limitazioni ai suoi movimenti e all'esercizio del suo ministero, il divieto di contatti volontari con minori, di interviste e contatti con Timor Est”.

Quindi, ha aggiunto, “nel novembre 2021 queste misure sono state modificate e ulteriormente rafforzate. In entrambe le occasioni i provvedimenti sono stati formalmente accettati dal vescovo”.

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