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In cammino verso il Giubileo... S. Gelasio I, Papa

Don Giuseppe Raciti |  | San Gelasio I - Facebook Don Giuseppe Raciti | | San Gelasio I - Facebook

Le parrocchie romane si stanno preparando al Giubileo. All’apertura della Porta Santa mancano ormai meno di sei mesi. Aci Stampa prosegue il suo itinerario con i parroci della Diocesi di Roma in vista dell’Anno Santo. Oggi è la volta di Don Giuseppe Raciti, Parroco di San Gelasio I Papa.

"Durante l'assemblea pastorale parrocchiale del 18 aprile, composta da tutti i laici impegnati nella pastorale parrocchiale, ho presentato la Bolla di indizione del Giubileo, sottolineandone alcuni passaggi che potranno diventare per noi delle piste di riflessioni a partire dalle quali elaborare proposte per il nuovo anno pastorale. In quell'occasione mi sono soffermato a sottolineare come il Giubileo della Misericordia sia una sorta di Giubileo del Giubileo. L’Anno Santo infatti è di per se stesso un anno di misericordia del Signore,  Papa Francesco ha avuto il merito di volere come portare al quadrato il Giubileo facendo un Giubileo del Giubileo, Straordinario!". 

 Quali iniziative avete intenzione di mettere in campo a livello parrocchiale?

"Sostanzialmente cercheremo di incamminarci sulla strada delle opere di misericordia corporale, che ci guideranno e già ci guidano come comunità parrocchiale. Anzitutto mi piace soffermarmi circa la forma straordinaria di questo Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco, la quale ha dei motivi storici che tutti conosciamo (Giubileo ordinario ogni 25 anni) ma che a me ha suscitato proprio una riflessione in merito alla Misericordia. Tale Giubileo è stato indetto proprio perchè la misericordia passi dalla sua forma straordinaria a quella più propriamente ordinaria. E su questa strada la nostra parrocchia già da qualche anno si è incamminata, ponendosi l'obiettivo di essere una casa aperta per tutti, particolarmente per i poveri e bisognosi, che trovano particolare accoglienza ed una comunità fatta di laici che si pongono in atteggiamento di ascolto, cercando di consolare ed alleviare le ferite, per quanto umanamente a noi possibile. La parrocchia infatti settimanalmente, a partire dal giovedì mattina, offre accoglienza ed ascolto delle famiglie e persone sole e bisognose, attraverso il centro di ascolto della Caritas ed un servizio di accoglienza, offrendo loro la colazione, il sorriso accogliente delle persone della parrocchia, che insieme al caffè, latte caldo, offrono calore umano e comprensione. Alle 12,30 inoltre li invitiamo a rimanere a pranzo insieme e noi. Operatori pastorali laici e preti della parrocchia, condividiamo con loro la tavola ed il pranzo. Si tratta davvero di un'occasione unica per conoscere meglio e più da vicino le situazioni di emergenza, sociale, economica, sanitaria ed abitativa nella quale versa la gente della mia parrocchia. La misericordia infatti suppone di fare spazio dentro noi stessi per accogliere il prossimo dentro di se. La misericordia nella Scrittura fa riferimento alle viscere della misericordia, partendo dalla metafora della donna incinta, la quale fa spazio dentro di sé per accogliere e far crescere il nascituro. Posso testimoniarvi personalmente come parroco che da quando abbiamo fatto quest'esperienza di offrire il pranzo ai poveri e sederci con loro e condividere la stessa tavola, ho capito maggiormente quanto sia vera la parola di Papa Francesco che ci invita ad imparare dal povero. Sì posso dire che è ciò che sta avvenendo in me ed in tutti noi nei confronti di coloro che vivono situazioni difficili e che, con grande dignità e coraggio, continuano a vivere. Certamente è poca cosa ciò che facciamo rispetto al disagio che vive la gente in questo periodo storico, ma, come dice la Scrittura, ciò che abbiamo doniamo, non possediamo ne oro ne argento, perchè la nostra comunità parrocchiale come tutte le comunità di periferia di Roma, non è economicamente ricca, ma possediamo Gesù che ci possiede ed in nome di Gesù ci accostiamo a chi soffre, pur avvertendo dentro di noi un grande senso di impotenza. Un altro segno della misericordia sarà quello dei carcerati. Nel territorio della nostra parrocchia fa parte il grande carcere di Rebibbia, il quale al suo interno contiene 4 istituti penitenziari. La nostra comunità parrocchia ha iniziato d quale anno una fattiva ed attiva collaborazione con i cappellani del carcere mettendo a disposizione anche i locali parrocchiali della comunità per le attività teatrali della Compagnia Stabile Assai della Casa di Reclusione di Rebibbia, che da 30 anni opera per il recupero e la riabilitazione dei detenuti. Noi abbiamo offerto loro il nostro teatro parrocchiale e a compagnia tiene le sue prove per gli spettacoli due volte a settimana. Insieme ai detenuti della Terza casa (tossicodipendenti) abbiamo organizzato una mostra del presepio più bello e loro si sono impegnati a realizzare un bellissimo presepe tutto lavorato a mano che noi abbiamo premiato. Con il femminile di Rebibbia abbiamo ormai un rapporto di fraternità e visite: lo scorso Natale abbiamo celebrato una delle serate della Novena del Santo Natale con le detenute e durante questa quaresima scorsa, abbiamo portato una bella rappresentazione della Passione nel teatro interno dell'Istituto penitenziario femminile. Ho già preso contatti con i cappellani per promuovere durante questo prossimo Giubileo delle attività comuni tra Parrocchia e detenuti. Con gli immigrati presenti in parrocchia, durante gli annuali festeggiamenti di San Gelasio, patrono della nostra comunità, organizziamo una serata multietnica, con degustazione di prodotti culinari tipici, invitando gli immigrati a prepararli e, per coloro che tra loro sono impossibilitati economicamente le quali sono sostenute dalla nostra Caritas parrocchiale, la parrocchia mette a disposizione la propria cucina parrocchiale ed acquista i prodotti delle materie prima con le quali poi loro cucinano le pietanze. La serata prosegue in allegria e festa con una serata danzante con le danze e balli e canti popolari dei paesi di origine degli immigrati. Poichè molti degli immigrati sono cristiani di altre confessioni e di altre religioni, diversi musulmani, durante la Pasqua dello scorso anno (quest'anno non ci siamo riusciti) abbiamo anche organizzato una serata di preghiera inter religiosa ed ecumenica con le altre confessioni cristiane".

 Avete intenzione di coinvolgere in particolare laicato e famiglie?

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"Cogliendo l'invito di Papa Francesco, anche noi vogliamo impegnarci ad essere missionari della misericordia. Il Papa ha lanciato questa iniziativa, dicendo che invierà nelle Diocesi dei sacerdoti, missionari della misericordia, noi invece abbiamo applicato questa indicazione ai laici della parrocchia. Nella Bolla Misericordiae Vultus il Papa invita le comunità a promuovere missioni popolari e noi vorremmo intendere anche la missione di evangelizzazione attraverso una missione popolare in parrocchia, come strumento della misericordia. Il Vangelo di Gesù è la parola di Misericordia che Dio Padre vuole far giungere a tutti. E noi vorremmo impegnarci anche su questo fronte quella missione popolare per una nuova evangelizzazione degli abitanti della nostra parrocchia. Ci riusciremo? Non so, ma di certo questo intenso programma non si conclude con il Giubileo straordinario della Misericordia, ma vuole avere l'obiettivo di trasformare la misericordia da Giubileo straordinario in un cammino ordinario della parrocchia".