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In cammino verso il Giubileo... Santa Maria Regina Pacis ad Ostia

Padre Ludovico Barbangelo |  | Marco Mancini - Aci Stampa Padre Ludovico Barbangelo | | Marco Mancini - Aci Stampa

Il percorso di Aci Stampa in vista dell’avvio dell’Anno Santo della Misericordia ci ha portato ad Ostia, sul litorale romano. Nello scorso mese di maggio la Parrocchia Santa Maria Regina Pacis ha ricevuto una visita speciale: quella di Papa Francesco. Con il Parroco, Padre Ludovico Barbangelo, abbiamo parlato del cammino di preparazione della Parrocchia al Giubileo della Misericordia.

Credo che il fatto che il Papa abbia voluto questo Anno della Misericordia abbia un doppio aspetto: una revisione all’interno della Chiesa ed una revisione all’esterno della Chiesa. Per quanto riguarda l’interno della Chiesa si parla di una riconciliazione, di una misericordia di cui ha veramente bisogno. Guardare la Chiesa da parte della gente con un occhio un po’ diverso da quello con cui è abituata, quindi una Chiesa un po’ gerarchica è chiaro che vorrebbe ridimensionare un po’ questo aspetto e portarlo a livello più popolare e questo riguarda soprattutto l’interno perché anche noi dobbiamo calarci un po’ nelle situazioni in cui la gente vive. E lo stesso vale per la gente che non deve più pensare ad una Chiesa cupolare ma deve pensare davvero ad una Chiesa vicina e prossima alle difficoltà e alle situazioni che vive. Quindi non è il solito anno giubilare in cui fare il giro delle basiliche, c’è qualcosa di più: una revisione totale di vita da parte della Chiesa e da parte della gente. Le immagini devono essere interscambiabili e deve esserci interazione tra gerarchia e popolo e tra popolo e gerarchia. E’ fondamentale questo a mio avviso. Ancora si vede una distanza tra chi amministra e tra chi vive la fede a livello molto semplice. Credo che sia anche l’intenzione del Papa quella di elevare il popolo da un devozionismo puro a una religiosità più interiore, spirituale ed autentica. La parola misericordia è chiara: darò il mio cuore ai miseri, questa è l’intenzione specifica di Francesco, far capire alla gente che il cuore di Dio è dato a loro.

La sua comunità parrocchiale come ha accolto l’annuncio dell’indizione dell’Anno Santo?

Contenta, assolutamente contenta, entusiasta. Probabilmente stanno aspettando, sono in attesa di vedere come mettere in pratica una cosa di questo genere. Non so ancora quali iniziative saranno prese con in vari gruppi, ognuno vorrà probabilmente farsi presente. Vedremo come conciliare il tutto, ma come primo impatto è stato molto bello.

Il Giubileo quindi può risvegliare lo spirito comunitario di una parrocchia?

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Dipende molto da chi lo conduce. Il Giubileo cala dall’alto ma ha una motivazione sufficiente per un coinvolgimento di tipo popolare ma ovviamente se tutto si riduce a celebrazioni non funzionerà. Se invece si metteranno in atto alcune esperienze per lasciare il segno di questo anno giubilare allora avrà successo. Guarderanno a quella esperienza come a quella cosa che veramente ha cambiato in qualche modo la propria vita.

Nello scorso maggio la sua Parrocchia ha ricevuto la visita del Papa… Lei ha fatto un collegamento mentale tra quella visita e il percorso che ci porterà al Giubileo?

Personalmente lo ha fatto, tanto è vero che ho chiesto questa chiesa diventasse una porta santa ma il Vicariato ha fatto una scelta diversa. Però l’intenzione era proprio quella di riuscire a far convergere verso questa basilica l’intero popolo di Ostia che avrebbe visto la propria porta santa quindi questo sarebbe diventato un po’ il centro di tutto il settore. O uno dei centri. Già all’epoca avevo pensato ad una cosa di questo genere, vedremo adesso cosa succederà.

Laicato e famiglie. Saranno coinvolti in maniera particolare?

Sì. Stiamo rafforzando il percorso delle famiglie, stiamo rafforzando il discorso giovanile perché crediamo che se si gettano le basi per una religiosità più interiore, semplice, spontanea senza eccessi devozionistici la maturità della chiesa ne guadagnerà.