"La proposta di legge mi sembra eccessivamente schiacciata su una disciplina di stampo para-matrimoniale: al di là dei nominalismi, di fatto equipara la condizione giuridica delle unioni omosessuali a quelle delle famiglia fondata sull'unione tra un uomo e una donna. Chiedere che si evitino indebite omologazioni non intacca il riconoscimento dei diritti individuali di ciascuno".

E' il pensiero del Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ribadito al quotidiano La Repubblica pochi giorni dopo il via libera del popolo irlandese all'inserimento in costituzione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. "Indebolire la famiglia - aveva detto il porporato alla vigilia del voto di Dublino - significa indebolire la società". Il numero uno dei vescovi italiani dunque boccia la proposta di legge sulle unioni civili che il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe intenzione di portare all'attenzione del Parlamento la prossima estate.

Il Cardinale Bagnasco riconosce che il sì irlandese "fotografa una rivoluzione culturale che riguarda tutti", la Chiesa deve riflettere "per capire cosa correggere nell'approccio" ribadendo tuttavia che i cattolici credono "nella famiglia che nasce dall'unione stabile tra un uomo e una donna, potenzialmente aperta alla vita: un bene essenziale non equiparabile ad altre forme di convivenza. Ogni dialogo deve essere sereno, senza ideologie, innervato di sentimenti ma anche di ragioni".

L'Arcivescovo di Genova conferma il no all'introduzione dell'insegnamento a scuola della parità di genere, invitando tutti a non smembrare l'insegnamento di Papa Francesco riducendosi "a citare quello che serve a rafforzare le proprie opinioni" selezionando " soltanto alcune sue dichiarazioni, più gradite alle idee dominanti o meno innocue".