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Junipero Serra sarà il santo protettore degli ispanoamericani?

Padre Vincenzo Criscuolo, O.F.M., posa con la positio di Fray Junipero Serra | Sala Stampa Vaticana - 20 aprile 2015  | Daniel Ibañez / ACI Stampa Padre Vincenzo Criscuolo, O.F.M., posa con la positio di Fray Junipero Serra | Sala Stampa Vaticana - 20 aprile 2015 | Daniel Ibañez / ACI Stampa

Papa Francesco lo canonizzerà negli Stati Uniti il prossimo 24 settembre, nella spianata del National Shrine di Washington, e il 2 maggio celebrerà per lui una Messa al North American College, sul Gianicolo, al termine di una giornata di riflessione su di lui. Eppure, si è sollevata una forte polemica del mondo secolare contro Junipero Serra, l’apostolo dell’America. Addirittura, il Senato della California ha votato per togliere la statua di Junipero Serra dalla Sala dei Notabili nel Campidoglio di Washington. “Non un bell’esempio dal Paese della tolleranza e del dialogo,” tuona in Conferenza Stampa Guzman Carriquiry Lecour, vicepresidente della Pontificia Commissione dell’America Latina.

A raccontare la santità di Fra’ Junipero Serra (1713-1784) ci pensa una “positio” di circa 600 pagine, che padre Vincenzo Criscuolo, francescano, relatore generale della Congregazione delle Cause dei Santi, mostra con orgoglio in Sala Stampa vaticana. Spiega i motivi delle canonizzazioni equipollenti, sottolinea il grande culto popolare attribuito a Junipero Serra, mette in luce che “è vero che le canonizzazioni equipollenti non prevedono il riconoscimento di un miracolo, ma in questa ‘positio’ ce ne sono moltissimi di miracoli attribuiti all’intercessione di padre Junipero Serra.”

È un culto diffuso e riconosciuto, che padre Criscuolo difende anche dalle calunnie di aver evangelizzato con la forza, di aver contribuito a falcidiare la popolazione dei nativi-americani, vale a dire gli indiani d’America, addirittura di aver praticato su di loro punizioni corporali. “Nei diari di Fray Junipero si parla anche dell’educazione ricevuta dal padre, che prevedeva anche punizioni corporali. Ma erano una extrema ratio, ed era parte della cultura del tempo. Non dovrebbe essere piuttosto taciuto il grande impegno di Fray Junipero per la difesa delle donne latino-americane violate, anche con prese di posizione dure contro il governo di allora.”

Canonizzare Junipero Serra significa anche mettere in luce un punto di vista diverso della storia nord americana. Perché l’evangelizzazione del francescano spagnolo sta lì a testimoniare una presenza ispana fortissima sul continente nord americano, addirittura precedente alla colonizzazione inglese con l’arrivo del Mayflower nel 1620, come riconosceva lo stesso presidente John Fitzgerald Kennedy, ricorda Carriquiry.

La California fece inserire la statua di Junipero Serra nella Sala dei Notabili del Campidoglio nel 1931, a rappresentare proprio questa presenza ispana presente nella storia degli Stati Uniti. Per questo, la proposta di due senatori della Californi di rimuovere la statu dal Campidoglio di Washington, e sostituirla con quella dell’astronauta Sally Ride.

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Ogni Stato americano può avere due statue nel Campidoglio USA, e la California ha il Beato Serra e Ronald Reagan. Ma, dal 2000, gli Stati possono rimpiazzare le statue dopo che queste sono state poste 10 anni. I senatori hanno proposto di spostare la statua nel Campidoglio di Los Angeles.

Sottolinea Guzman Carriquiry che “non sarebbe un grande esempio che, nel momento in cui il primo Papa ispano della storia arriva a Washington per canonizzare il beato Serra, la sua statua venga rimossa dal Campidoglio di Washington.”

Carriquiry auspica anche che il Beato Serra sia proclamato santo “protettore degli ispani,” pur sottolineando che si tratta “di un santo di tutta l’America.”

Così tanto americano che sarà proprio al North American College, il collegio nordamericano posto sul Gianicolo che ospita studenti e prelati americani residenti a Roma per studi o lavoro, che il prossimo 2 maggio si terrà una giornata di riflessione sul tema “Fray Junipero Serra, apostolo della California, testimone di Santità.” Papa Francesco sarà presente all’incontro, e lì presiederà una messa. Parleranno il Cardinal Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina; Mons. James Checchio, rettore del North American College; padre Criscuolo; l’arcivescovo José H. Gomez, arcivescovo di Los Angeles; Guzman Carriquiry; e Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo.

Una giornata per celebrare un santo la cui canonizzazione equipollente deve ancora ricevere l’approvazione dalla riunione dei membri della Congregazione per le Cause dei Santi. Ma la riunione – assicura padre Criscuolo – avverrà presto. E al voto non ci saranno sorprese.

La canonizzazione, ha annunciato padre Lombardi, avverà il 24 settembre, alle 16.30, nella spianata del National Shrine di Washington (il Santuario nazionale), in quel quartiere sorto intorno all'Università Cattolica degli Stati Uniti dove si cercò di riprodurre un micro-cosmo ecclesiastico, includendo anche le sedi di molte congregazioni religiose. "Sarà un primo grande evento del viaggio nel Papa negli Stati Uniti," ha aggiunto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

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