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Kateri, la storia della prima santa nativa americana coprodotto da EWTN a Mirabile Dictu

Una immagine del giorno della canonizzazione di Kateri |  | pd Una immagine del giorno della canonizzazione di Kateri | | pd

Kateri Tekakwitha, è la prima nativa americana  ad essere dichiarata santa da Benedetto XVI nel 2012. La sua è una storia emblematica di fede. E a raccontarla in Kateri è James Kelty  in un docufilm in coproduzione con EWTN.

Il film sarà proiettato nell’ambito della settima edizione del Festival Internazionale del Film Cattolico (Mirabile Dictu), manifestazione ideata dalla regista e produttrice Liana Marabini per dare spazio ai produttori e ai registi di film, documentari, docufiction, serie tv, cortometraggi e programmi che promuovono valori morali universali e modelli positivi. Nato nel 2010 sotto l’Alto Patronato del Pontificio Consiglio della Cultura, il Festival si svolge a Roma fino al 23 giugno e conta quattro categorie in concorso miglior film, miglior documentario, miglior cortometraggio, miglior regista, ai vincitori delle quali andrà il Pesce d’Argento, ispirato al primo simbolo cristiano.

Al film sarà assegnato il Premio speciale della Capax Dei Foundation.

La storia di Kateri ci riporta la 1656, anno nel quale la santa nasce vicino ad Albany, non lontano da New York. Il padre era un capo irochese, mentre la madre era algonchina, ma aveva incontrato la fede cristiana e si era convertita. Quattro anni più tardi, l’epidemia di vaiolo segnò la vita di Kateri, portandole via i genitori e lasciandole alcune menomazioni al volto e alla vista. È del 1675 invece il suo avvicinamento al cristianesimo, anno in cui tre missionari francesi arrivarono nel suo villaggio: Kateri rimase affascinata da queste persone, tanto da chiedere già un anno dopo il battesimo. Ma questa scelta la mise contro allo zio, da cui, orfana, era ospitata: veniva lasciata senza cibo di domenica, quando si rifiutava di lavorare per santificare la festa, rifiutò il matrimonio con un giovane pellerossa e si mantenne vergine.

E arrivò il giorno in cui uno dei missionari le consigliò di trasferirsi vicino a Montreal, per dedicare la sua vita alla preghiera in una missione di san Francesco Saverio. Dopo aver fatto voto di verginità, nel 1680, appena 24enne, un’improvvisa malattia la portò alla morte, dopo la quale scomparve ogni segno del vaiolo dal suo volto.

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“Dobbiamo evangelizzare con tutti i mezzi a nostra disposizione e il film è un buon strumento: arriva in tutte le case ed è compreso da tutti, anche da coloro che non amano leggere – spiega la presidente del Festival Liana Marabini –. Anche quest’anno il numero di film ricevuti è davvero impressionante: più di 1.000 – prosegue –. Qualche anno fa, i film con soggetto cattolico erano davvero pochi: ci piace pensare che il nostro Festival ha contribuito in qualche modo a dare speranza e coraggio a quanti si impegnano nella realizzazione di questo tipo di prodotto. Nell’industria del cinema non è facile, eppure negli ultimi anni assistiamo ad una produzione sempre crescente di film a soggetto biblico in generale e cattolico in particolare”.

“Conosciamo più di un caso di persone convertite alla fede grazie ad un film – aggiunge la presidente Marabini –. E anche persone la cui vocazione sacerdotale è stata svegliata da un film. Incoraggiare e valorizzare le vocazioni deve essere un impegno di tutti i giorni, di tutti noi, perché i sacerdoti hanno una missione difficile ed essenziale per migliorare il mondo. E non dimentichiamo che Gesù era un sacerdote”.

Molti i film arrivati alla terna tra cui  The Confession di Fr Johnn La Raw (South Korea) la storia di un giovane sacerdote riceve la confessione di un uomo che anni prima, ubriaco al volante della sua auto, ha investito un uomo sul passaggio pedonale uccidendolo;

La bellezza nell'amore di Dio di Carlo De Biase (Italy) un omaggio a don Divo Barsotti, sacerdote, teologo, fondatore della Comunità monastica dei Figli di Dio.

E  ancora Lampedusa di Peter Schreiner (Austria)  la vicenda di due sconosciuti che incrociano le loro strade sull'isola siciliana di Lampedusa

Fuori concorso verrà presentato : “La leggenda della vera Croce” di  Alessandro Perrella (Italy). Ispirato dal capolavoro di Piero della Francesca, conservato nella Basilica di San Francesco, nella Cappella Bacci. Alla base, un'antica leggenda, tanto cara ai francescani, scritta da Jacopo da Varagine (o da Varazze), in cui la storia si combina misteriosamente con notizie che, apparentemente, non hanno alcun riscontro storico ma che, hanno un senso per la cristianità.

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