“In una atmosfera di dolore e di sofferenza, Hanna riusciva a portare un raggio di luce e di gioia. Per la sua serenità e semplicità di comportamento era spesso chiamata “Zietta”, perché infondeva fiducia, pace, gioia e speranza di futuro. La sua fede nella Provvidenza Divina e nel Paradiso risvegliava alla vita e all’entusiasmo”.

Così ha descritto Hanna Chrzanowska il cardinale Amato nella messa di beatificazione che si è celebrata sabato scorso a Cracovia nel santuario della Divina Misericordia. Un evento molto significativo per tutta la diocesi anche per il legame che univa la beata al cardinale Karol Wojtyła con la quale ha collaborato per anni.

Tra i celebranti anche il cardinale Stanisław Dziwisz, dal 1966 al 1978 segretario dell’arcivescovo di Cracovia,  Karol Wojtyła, che fu testimone diretto della collaborazione di Hanna Chrzanowska con il cardinale. Hanna prendeva sul serio il Vangelo e “lo ha fatto nell’importante ambito dell’aiuto al prossimo. Questo è diventato il suo carisma, il suo modo specifico di servire Dio e l'uomo ", ha detto Dziwisz. La sua era una religiosità discreta ma allo stesso tempo molto concreta: “Eravamo colpiti dal fatto che parlava poco della sua religiosità, ma ci teneva tanto alla vita spirituale di pazienti e infermieri", ha aggiunto il cardinale Dziwisz.

Dziwisz ha citato anche le parole dell’infermiera rivolte ai sacerdoti per convincerli ad organizzare i centri di cura parrocchiali: "Alla persona non lavata e non nutrita, la Parola di Dio raggiunge con difficoltà o non raggiunge affatto".  Conclude Dziwisz: "L'attività samaritana della beata Hanna Chrzanowska si inserisce nella secolare e splendida storia della Chiesa di Cracovia nel campo della misericordia".