Al termine del briefing a Santa Cruz de la Sierra, il Direttore della Sala Stampa Vaticana ha fatto una precisazione circa la croce – attribuita al gesuita Padre Espinal, ucciso nel 1980 – donata dal presidente boliviano Morales a Papa Francesco. Queste le parole di Padre Federico Lombardi:

“Si tratta di capire cosa è, come nasce e che senso gli viene dato. La Chiesa non propone normalmente il Crocifisso  in contesti diversi da quello di Gesù che muore sulla croce e allo stesso tempo sappiamo che tante persone hanno cercato di trovare delle forme di espressione o di applicazione del loro impegno per la giustizia e di esprimerlo in modi diversi . Il disegnatore più creativo può esprimerlo con un simbolo che magari per qualcuno è espressivo, per altri no. In questo senso la questione si pone sulla interpretazione e sull’uso. Se uno mi viene a dire Espinal a suo tempo ha fatto questo io non ho particolari difficoltà a pensare che in quel contesto lui volesse esprimere il dialogo con le diverse componenti che si impegnavano per la giustizia anche in forme al di là del confine della Chiesa. Se uno adesso mi dice lo utilizziamo e ne facciamo un simbolo identificativo , beh bisogna vedere come uno lo usa e perché lo fa . Non credo di andare a mettere in chiesa o su un altare questo simbolo, allo stesso tempo se lui ha disegnato questa cosa qua nel 1980 per esprimere quello che stava vivendo allora… I gesuiti mi hanno detto che lo ha fatto o lo ha disegnato Espinal, altra cosa però è adesso prenderlo e proporlo, non venitemi a chiedere cosa ha detto il Papa perché non lo so. I miei confratelli gesuiti non boliviani neanche loro avevano mai visto questa cosa, cadevano dalle nuvole. Quindi non è una cosa conosciuta, non è che Espinal l’avesse pubblicata da tutte le parti. Effettivamente oggi quando uno dice che questa è di Espinal, non dice una cosa falsa. Se uno dice adesso qual è il significato che io le do questo è un altro paio di maniche”.