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La grande festa di Sant’Antonio Abate, a Mamoiada in Sardegna

A Mamoiada, il 17 gennaio, in occasione della celebrazione di Sant'Antonio Abate, si accendono falò per rievocare il potere salvifico dal Santo

Il falò per Sant'Antonio Abate  |  | Comune di Mamoiada Il falò per Sant'Antonio Abate | | Comune di Mamoiada

A Mamoiada, in provincia di Nuoro in Sardegna, dal 9 gennaio ogni pomeriggio viene celebrata la novena in devozione di Sant'Antonio Abate. La festa sarda inizia il 16 gennaio quando il prete benedice il falò girando per 3 volte attorno al fuoco seguito dalla statua del Santo e da tutti i fedeli. Ma chi era questo santo così amato e venerato soprattutto in Sardegna, nelle zone rurali e nei paesi della provincia dove le tradizioni sono molto più radicate che nelle grandi città?

La Parrocchia della Beata Vergine Assunta di Mamoiada racconta sui canali social la storia del Santo "protettore degli animali" che viene celebrata ogni anno il 17 gennaio. Sant'Antonio Abate è stato un abate ed eremita cristiano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. Egli sentì ben presto di dover seguire l'esortazione evangelica: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi e dallo ai poveri".

Così, distribuiti i beni ai poveri e affidata la sorella a una comunità femminile, seguì la vita solitaria che già altri anacoreti facevano nei deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e castità. Sant'Antonio fu presto invocato in Occidente come patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici e selvatici tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella.

Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del Santo. "Una leggenda in Sardegna lo vuole portatore nel mondo del fuoco rubato al demonio e il santo egiziano è anche reputato un potente taumaturgo capace di guarire malattie come l'herpes zoster (noto anche come “fuoco di Sant’Antonio” o “fuoco sacro”). Celebriamo perciò con gioia la festa del nostro compatrono, preghiamolo con forza e prendiamolo come modello nella nostra vita cristiana", si legge sui canali social anche ufficiali di Mamoiada.

Nel paesino in provincia di Nuoro questa festa è davvero sentita e partecipata. A Mamoiada gli abitanti dei vari rioni concorrono nell’apportare la legna necessaria al proprio fuoco per Sant’Antonio. I festeggiamenti veri e propri iniziano il pomeriggio del 16 Gennaio (sa die de su Pesperu), il vespro, con l’accensione e la benedizione del fuoco in onore del Santo all’esterno della chiesa parrocchiale. Il parroco e i fedeli girano intorno al fuoco per tre volte recitando il “Credo” ad ogni giro, “espressione della fede trinitaria”.

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“Sant'Antonio con umiltà, povertà e preghiera, contro ogni tentazione del mondo ha aiutato tanti cristiani e pellegrini che accorrevano a lui per chiedergli consiglio e che ancora oggi sembra guidare e aiutare noi e la nostra comunità”, si legge ancora nei canali social ufficiali.

Al religioso si unisce la devozione popolare e “l’identità culturale”. È proprio in occasione di questa festa che “escono”, come si dice in paese, per la prima volta nell’anno sos Mamuthones e sos Issohadores (una delle rappresentazioni più arcaiche del folclore isolano); anche questa, non a caso, una manifestazione per propiziare la nuova annata agraria che si lega al santo nato in Egitto.

A tal proposito è visitabile il Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada. Mamoiada conta poco meno di duemilacinquecento abitanti, e la sua fama è dovuta soprattutto alla suggestiva tradizione del suo Carnevale e alla festa di Sant’Antonio Abate. Mamoiada si trova nel cuore della Barbagia di Ollolai, un territorio popolato da nuclei umani sin dal Neolitico. Il Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada si articola in due aree tematiche ed è “un'emozionante testimonianza dello spirito della collettività mamoiadina che prepara, sin dai primi passi, le nuove generazioni al compito di tramandare il mito dei Mamuthones e Issohadores, la cui eco ha assunto dimensioni internazionali”.

Qui il sito per info e visite, anche nella settimana principale di gennaio dedicata a Sant’Antonio Abate https://www.museomaschere.it

 

 

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