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La Roma di San' Ignazio, Margherita d' Austria discepola e aiuto dei gesuiti

La "Madama" del palazzo che porta ancora il suo nome e le opere di carità dei gesuiti

 Affresco di Palazzo Farnese a Caprarola, opera di Taddeo Zuccari, Paolo III  celebre le nozze di Margherita.  |  | pd Affresco di Palazzo Farnese a Caprarola, opera di Taddeo Zuccari, Paolo III celebre le nozze di Margherita. | | pd

Uno dei luoghi legati alla memoria di Sant'Ignazio di Loyola a Roma è Palazzo Madama.

Oggi è la sede del Senato delle Repubblica italiana ma era la residenza di madama Margherita d'Austria, da cui appunto il nome del palazzo, figlia naturale dell'imperatore Carlo V. La "madama" come la chiamavano i romani era vedova di un Medici, sposò Ottavio Farnese, nipote di Alessandro Farnese, che era divenuto Papa nel 1534 con il nome di Paolo III. E fu propio Paolo II, grande sostenitore dei gesuiti a segnalare alla donna come confessore prima il padre Codure, poi, alla morte di questo, sant'Ignazio stesso.

Una data storica è quella del 27 agosto 1545 quando il padre Ignazio passò quasi tutta la giornata nel palazzo. Madama Margherita stava per partorire e voleva esser confessata. Il buon padre trascorse la giornata nella cappella a pregare fino al momento del parto. Due gemellini nacquero ma uno mori subito e fu la levatrice a battezzarlo prima che morisse. Anche il secondo però era in pericolo di vita e venne battezzato da Sant' Ignazio in forma privata. Il piccolo divenne il famoso generale Alessandro Farnese.

Madama Margherita fu un grande sostegno per sant' Ignazio e il suo lavoro apostolico a Roma. Come ricorda padre De Aldama a volte inviava a Ignazio 200 0 300 ducati per i poveri. Avrebbe voluto in questo modo alleviare anche la povertà della casa dei gesuiti, ma sant'Ignazio non volle mai trattenere nulla di ciò che riceveva; lo distribuiva invece interamente fra i poveri della città.

A pochi passi dal Palazzo su Corso Rinascimento c'era annesso alla chiesa che allora era di San Giacomo, l'ospedale con lo stesso nome.  Sugli architravi di diverse porte di corso del Rinascimento, via dei Canestrari e piazza Navona si nota ancora la conchiglia simbolo dei pellegrini di san Giacomo di Compostella. Ignazio fu alloggiato sicuramente qui tra marzo e aprile del 1523 servendo gli infermi della colonia spagnola a Roma, che aveva anche 22 camere per i pellegrini spagnoli poveri.

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Tra marzo e maggio del 1537 alloggiarono qui i compagni di Ignazio, prima solo gli spagnoli, poi anche gli altri. Una notte Francesco Saverio destò Simone Rodrigues, che dormiva accanto a lui, gridando nel sonno: 'Di più, di più, di più!'. Sognava di aver sofferto grandi fatiche e persecuzioni per il servizio di Dio e si offriva per soffrirne ancora di più.