Il pellegrinaggio stazionale prosegue per la antica Via Lata, l’attuale Via del Corso. L’attuale chiesa di San Marcello al Corso, con ingresso da Via del Corso, viene ricostruita nel XVI secolo dopo il crollo della chiesa antica nel 1519. La ricostruzione viene completata nel 1595- La chiesa antica era orientata con l’ingresso verso est.

La chiesa viene menzionata già nel 418 in una lettera in cui il Prefetto di Roma racconta all’imperatore Onorio l’elezione a Papa di Bonifacio nella ecclesia Marcelli. Nel 1912 viene scoperta la vasca battesimale ottagonale del dodicesimo secolo, e negli anni Ottanta si scopre la vasca paleocristiana sotto quella medievale. Altri scavi alla fine del secolo scorso hanno rivelato la grande abside della chiesa antica e parti di un bellissimo pavimento marmoreo.

L'attuale tempio di San Marcello è ricco di opere d'arte. La sua ricostruzione fatta dopo l'incendio del 1519, che lo distrusse completamente, mette in risalto gli affreschi di Pierin del Vaga e di Daniele da Volterra, di Pellegrino Tibaldi e di Federico Zuccari. Virginio Vespignani poi nel 1874 ripristinò con grande maestria il tempio nell'armonia delle linee volute da Jacopo Sansovino.

Particolare il grande Crocifisso ligneo del 1400, che rimase intatto dopo l'incendio e che poggia su altare ricco di reliquie di martiri. Al centro riposa il pontefice Marcello, il cui nome è associato ancora a quello della matrona Lucina, che qui ebbe le sue dimore e che poi convertì in chiese, dove probabilmente quel pontefice esercitò il suo alto ministero. Ma l'imperatore Massenzio lo condannò trasformando quella abitazione in stalla. San Marcello qui morì di stenti tra le bestie del "catabulum" e la stessa Lucina volle seppellirlo nel cimitero di Priscilla, dal quale poi fu riportato qui nel suo titolo.