La vostra storia di sofferenza e di martirio è una perla preziosa, di cui va fiera la Chiesa universale. La fede in Cristo, redentore dell’uomo, vi ha infuso un coraggio ammirevole nel cammino, spesso tanto simile a quello della croce, sul quale avete avanzato con determinazione, nel proposito di conservare la vostra identità di popolo e di credenti”. Con queste parole di Giovanni Paolo II il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha salutato l’ Armenia in occasione della  messa per la Festa Nazionale della Repubblica di Armenia, ieri pomeriggio a Roma nella chiesa di san Biagio della Pagnotta, in via Giulia.

Una nazione cristiana fin dal 301 e, ha detto il cardinale nella sua omelia, “ricordare la Festa Nazionale significa ogni anno essere fieri della propria appartenenza e delle proprie Istituzioni, ma anzitutto essere consapevoli di una storia entro la quale il legame col Vangelo di Gesù Cristo si è rivelato come pietra e fondamento della propria identità.”

Il cardinale argentino ha ricordato le grandi figure di santità e spiritualità come Gregorio di Narek, proclamato dottore della Chiesa da Papa Francesco lo scorso 12 aprile. “ Si trasforma la storia - ha detto - se si lascia ogni giorno che lo Spirito del Signore trasformi i cuori, incominciando dal proprio. E’ una grazia che chiediamo per noi stessi, e per il mondo intero: è l’unica strada perché di fronte al deflagrare di nuovi conflitti, o al pericolo di essi -  anche ai confini dell’Armenia -  possa invece scoppiare la pace promessa da Dio.”

Sandri ha ricordato i rapporti diplomatici tra Armenia e Santa Sede del 1992 con numerose “stelle che brillano come momenti significativi: penso agli eventi per commemorare i 1700 anni del Battesimo della Nazione, nel 2001, la benedizione della statua di San Gregorio l’Illuminatore da parte di san Giovanni Paolo II, nel gennaio prima del suo ritorno alla casa del Padre, l’intitolazione del cortile nord della Basilica Vaticana allo stesso santo, avvenuta nel 2008, l’apertura dell’Ambasciata presso la Santa Sede a Roma nel 2013, fino agli eventi realmente storici dello scorso 12 aprile.” Ed ha conclus: “ l’amicizia tra la Santa Sede e la Nazione Armena continui ad essere un dono per la pace nel Caucaso, nel Medio Oriente, e nel mondo intero. Pregherò allo stesso modo domenica prossima, ad Etchmiadzin, ove mi recherò quale Delegato del Santo Padre alla cerimonia di benedizione del Santo Myron.”