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L’Amore Misericordioso in Madre Speranza, religiosa e mistica spagnola

La vita e il carisma raccontanto dalla Madre Generale della Congregazione, Madre Speranza Montecchiani

 Madre Speranza Montecchiani, Madre Generale della Congregazione |  | AT
Madre Speranza Montecchiani, Madre Generale della Congregazione | | AT
Le stanze della Beata Speranza  |  | AT
Le stanze della Beata Speranza | | AT
Le stanze della Beata Speranza  |  | AT
Le stanze della Beata Speranza | | AT

Santomera, 30 settembre 1893. In questo giorno, nasce Madre Speranza di Gesù, al secolo María Josefa Alhama Valera, religiosa e mistica spagnola, fondatrice delle Congregazioni delle Ancelle  e dei Figli dell'Amore Misericordioso. Papa Francesco l’ha dichiarata beata il 31 maggio 2014.                  Ora, dalla Spagna, trasferiamoci a Roma: via Casilina, 323.  

E’ la sede del Governo generale delle istituzioni religiose fondate dalla beata. In questa Casa, vive ancora, forte, lo spirito originario della Congregazione, grazie alle Ancelle dell’Amore Misericordioso. Qui, la Madre ha vissuto per quindici anni: dal 1936 al 1951. Morirà, poi, a Collevalenza - vicino Perugia - l’8 febbraio 1983.                      

Per poter conoscere meglio questa affascinante figura di santità del Novecento, AciStampa ha chiesto alla Madre Generale della Congregazione, Madre Speranza Montecchiani, di fornirci un ritratto della beata spagnola. 

Se dovesse delineare  in poche parole la figura della Beata Madre Speranza, quali parole le verrebbero in mente?

Madre Speranza faceva percepire la presenza  di Gesù, prima di tutto.  Il suo sguardo  profondo e luminoso; la sua intima comunione con Gesù, alimentata dalla preghiera continua anche nell’azione;                i frequenti colloqui con Lui; il suo forte desiderio della santità, di fare la  Volontà di Dio; il voler abbracciare la croce per collaborare alla salvezza delle anime, come una sposa unita allo Sposo nell’amore e nel dolore, fino a condividerne la Passione, nel silenzio e nel segreto della sua sobria cameretta.  Tutto ciò è Madre Speranza.  E poi c’era questa sua maternità spirituale - da tutti sperimentata - che avvicinava alla paternità e maternità del cuore di Dio. A ciò si deve aggiungere  la dedizione ai più bisognosi, ai sacerdoti, ai peccatori, ai sofferenti, manifestata con l’accoglienza, l’amore, il sacrificio e l’offerta di sé. Madre Speranza rendeva - veramente - visibile l’Amore Misericordioso. 

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Amore Misericordioso. Due parole importanti: Concetti alti, non facili da comprendere e                – soprattutto – da vivere. Può spiegarci il senso profondo di questo termine? 

Amore Misericordioso è il nome di Dio, il suo vero Volto. Ce lo dice la Sacra Scrittura,  lo rivela Gesù, il Figlio Unigenito del Padre, fattosi uomo per svelarci questo mistero dell’identità di Dio Padre, Amore Misericordioso. Credere in Dio, Amore Misericordioso,  significa testimoniare il mistero di Dio che vive con noi e per noi, che ci ama tanto da donarci il suo Figlio, il Dio-con-noi, sempre proteso a salvare ogni uomo e donna dalla sua miseria, manifestandoci la sua profonda tenerezza paterna e materna verso tutti, specialmente con chi è povero e misero, sofferente e peccatore. Dio è Amore e Misericordia,  prende su di sé le nostre miserie e peccati,  ci innalza fino a Lui donandoci la sua divinità,  ci rende Amore Misericordioso.

Qual è il carisma della Madre che definirebbe più importante per il nostro Oggi?

Il carisma che lo Spirito ha trasmesso a Madre Speranza, per la Famiglia religiosa che il Signore le ha chiesto di fondare  - costituita dalle Ancelle e dai Figli dell’Amore  Misericordioso -  è fondamentale per il nostro tempo:  vuole offrire alla nostra umanità la conoscenza-esperienza che Dio è Amore Misericordioso, moltiplica il suo amore quanto più l’uomo diventa miserabile e peccatore,  non è un giudice severo ma un Padre che attende il Figlio prodigo per abbracciarlo. L’uomo e la donna di oggi necessitano di questa esperienza di Dio, “un Padre che ama, non mette in conto, perdona e dimentica”. Parole scolpite nel cuore della Madre e da lei trasmesse alle sue figlie e figli come l’essenza del Carisma. Nel suo diario, ad esempio, alla data del cinque novembre del 1927, Madre Speranza scrive: “Mi sono ‘distratta’, ossia  ho trascorso parte della notte fuori di me e molto unita al buon Gesù.               

Lui mi diceva che devo riuscire a farlo conoscere agli uomini non come un Padre  offeso dalle ingratitudini dei suoi figli, ma come un padre amorevole, che cerca in ogni maniera di confortare, aiutare e rendere felici i suoi figli e li segue e cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro”. 

Qual è l’impegno di oggi delle Ancelle dell’Amore Misericordioso in un mondo così difficile come il nostro?

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“Dio, Amore Misericordioso, in questi tempi difficili e di lotta per la Chiesa” - così scriveva Madre Speranza nel 1930 - vuole elargire la ricchezza della sua misericordia e a tal fine fa nascere la nostra Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso. Oggi, come ieri, sentiamo molto viva la presenza incoraggiante della nostra fondatrice che ci accompagna e sostiene nella realizzazione della missione attraverso le varie attività che svolgiamo nel mondo. Siamo presenti in Europa, America Latina, Asia e Africa, con trentasei comunità e circa duecentottanta sorelle.  L’esperienza di tutte noi è la gioia profonda di vedere i segni sempre più evidenti della bontà e tenerezza di Dio verso questo mondo che necessita, attende, soffre, e insieme ostacola, rifiuta e si allontana dalla presenza di Dio Padre. Questo è il tempo della Misericordia, ed è importante farne esperienza personalmente.                     

 E’ importante testimoniarla visibilmente! In mezzo alle inevitabili difficoltà e prove, la nostra Congregazione è espressione della comunione con la Chiesa locale:  con quest’ultima, professa e testimonia la presenza dell’Amore Misericordioso nel mondo in cerca di speranza. La nostra Congregazione, con la grazia di Dio, cerca di essere la speranza per il mondo di oggi, orientandolo verso le braccia paterne di Dio, in cui si ritrova il senso profondo dell’esistenza umana in questa vita e nella futura.