“Dove esistono focolai di guerra è evidente che il turismo soffra, perché viene meno ogni forma necessaria di sicurezza. La mancanza di turisti, tuttavia, crea un’ulteriore espressione di povertà tra la popolazione che vede venire meno una forma di sostentamento necessaria per vivere con la dovuta dignità. La guerra porta con sé una serie di conseguenze di cui spesso non si ha piena consapevolezza e, tuttavia, esse incidono direttamente nella vita delle persone. Dove c’è la violenza della guerra tutti sono chiamati in causa, nessuno escluso”. Lo scrive l’Arcivescovo Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, nel messaggio per la 45/ma Giornata Mondiale del Turismo che si celebra il 27 settembre 2024 sul tema “Turismo e pace”.

“La bellezza dei paesaggi – sottolinea - sprigiona vera vita e desiderio di esistere. Il turismo può favorire in maniera determinante il recupero dei rapporti interpersonali di cui tutti sentiamo una profonda nostalgia. In un periodo come il nostro, segnato dalla massiccia presenza della tecnologia che limita i rapporti tra le persone, è bene che si alimenti e sostenga un rinnovato impegno per una cultura dell’incontro, così fortemente sostenuta da Papa Francesco. Essa ha bisogno di essere riposta al centro del nostro impegno pastorale nel turismo”.

L’incontro – aggiunge - è strumento di dialogo e di reciproca conoscenza; è fonte di rispetto e di riconoscimento della dignità altrui; è premessa indispensabile per costruire legami duraturi. Il turismo religioso non può prescindere da questa prospettiva ed è chiamato a farsi promotore credibile di questi legami. Non venga mai a mancare il richiamo e la preghiera per la pace nel mondo e nello stesso tempo per la pacificazione nei rapporti interpersonali. L’uno e l’altro sono profondamente uniti e costituiscono la premessa per una pace duratura. D’altronde, è un’illusione pensare che la guerra sia soltanto un evento che tocca alcune nazioni. La pace inizia quando nel cuore di ognuno si installa in maniera stabile la carità che porta il rispetto per l’altro e il senso di fraternità che tutti accomuna. Essere costruttori di pace non solo è possibile, ma è richiesto a quanti intraprendono un viaggio”.

Ricordando il prossimo Giubileo e il tema collegato della speranza, l’Arcivescovo Fisichella ricorda che “il turismo caratterizzato da questa speranza può diventare un segno concreto e tangibile anche per la costruzione della pace. Turismo e pace uniti alla speranza diventino, pertanto, il messaggio convinto, in questa Giornata Mondiale del Turismo 2024, per quanti sono Operatori nel turismo e per quanti intraprendono il viaggio con sentimenti e desiderio di serenità e concordia”.