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L’attesa di Palermo per Papa Francesco, con i missionari di fratel Biagio

Papa Francesco a Palermo | Fratel Biagio mentre abbraccia l'arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice | Arcidiocesi di Palermo Papa Francesco a Palermo | Fratel Biagio mentre abbraccia l'arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice | Arcidiocesi di Palermo

Il 15 settembre papa Francesco visita Palermo in occasione del XXV anniversario del martirio del beato Pino Puglisi, beato sacerdote. Dopo il primo momento a Piazza Armerina, dove papa Francesco incontrerà i fedeli, in piazza Falcone e Borsellino. In seguito si trasferirà a Palermo, dove presiederà l’Eucarestia al Foro Italico e pranzerà nella missione ‘Speranza e carità’ fondata dal missionario laico Biagio Conte; infine visiterà i luoghi del martirio di don Puglisi a Brancaccio e la parrocchia dove egli ha esercitato il suo ministero sacerdotale.

A pochi giorni dal viaggio del pontefice abbiamo chiesto a Riccardo Rossi, che, insieme alla moglie Barbara Occhipinti, è missionario laico della missione ‘Speranza e Carità’ di fratel Biagio Conte, di raccontarci l’attesa dei ‘missionari’ per la visita del papa: “Un’immensa attesa, per noi papa Francesco è la risposta di Dio alle nostre preghiere.

Fratel Biagio, un missionario che ospita nella gratuità 1000 persone disagiate a Palermo, all’inizio di quest’anno ha deciso di abbandonarsi in strada e di lanciare in alto l’urlo disperato degli emarginati, degli immigrati, dei disabili. Aveva una lettera in mano rivolta a tutte le istituzioni, a tutte le figure religiose, al papa, a tutti noi! Diceva di aprire le nostre case a chi è senza casa: di adottare un immigrato, un italiano senza lavoro, un diversamente abile.

Io sono un giornalista e venuto qui a Palermo proprio nel momento dell’inizio della sua protesta e ho deciso di lasciare tutto e stare accanto a lui in strada e fare da comunicatore sociale. Questo suo gesto è arrivato ovunque! Abbiamo fatto viaggiare queste richieste di aiuto fino al Santo Padre ed ora sta venendo qui da noi in Missione Speranza e Carità a dividere il pranzo con noi ultimi della terra. Siamo raggianti e ricolmi di speranza per la venuta dal caro papa Francesco”.

Papa Francesco arriva in città nel ricordo di padre Puglisi: a 25 anni dalla morte quale è il lascito alla città?

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“Padre Pino Puglisi ha regalato la sua vita, è stato il seme per dare tanti frutti. Per chi ha il dono della fede, lo sente presente nel proprio cuore nei momenti difficili a sostenere e ad ispirare soluzioni. Fratel Biagio ci racconta che ha conosciuto Pino Puglisi quando era in attesa dal sindaco, si sono incrociati con gli sguardi si sono riconosciuti e scambiati qualche parola. Il giorno dopo padre Pino fu ucciso. E’ stato quasi un passaggio di testimone per fratel Biagio. Anche io personalmente devo tanto a padre Pino Puglisi, l’ho pregato con mia moglie più volte e sono arrivate tante cose belle. La zona di Brancaccio ha tanti semi di speranza e in nome suo ne stanno nascendo tanti altrove. Il suo martirio è un esempio d’amore grande, incommensurabile, che interroga tutti i nostri cuori”.

Nella lettera alla città mons. Lorefice ha detto che è una visita ‘provvidenziale’ ed ha chiesto di essere una Chiesa in uscita: in quale modo si sta attuando la richiesta?

“Il nostro caro arcivescovo Corrado ha sempre parole molto profonde che ci stimolano a migliorare. La chiesa ha il compito di raggiungere tutti, specie i più bisognosi, una chiesa non arroccata nelle sue parrocchie, ma una chiesa in uscita, in strada a soccorrere tutti. La missione ‘Speranza e Carità’ dopo quei giorni profetici in cui Fratel Biagio è stato in strada non è più la stessa, siamo proiettati molto di più verso tutta la città, il mondo intero. Solo tutti insieme possiamo cambiare questo mondo, Padre Pino Puglisi diceva: ‘Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto’. Fratel Biagio ha deciso di partire il giorno del lunedì dell’Angelo per andare a Genova e da lì camminare a piedi per la Francia. Ha percorso tutta la Francia a piedi arrivando a Parigi e poi, sempre a piedi, fino a Lourdes. Un cammino di speranza per aprire i cuori all’accoglienza. Quest’ uomo sta realizzando le parole del nostro Arcivescovo sta portando come chiesa la parola di Cristo ovunque! Noi in Missione, suffragati dalla sua preghiera (e lui dalla nostra) ci stiamo lanciando verso tutti: ricchi, politici, giornalisti, religiosi, persone umili, per cambiare tutti insieme questo mondo!”

Papa Francesco pranza alla missione ‘Speranza e Carità’. Fratel Biagio ha affermato che ‘siamo nella stessa barca’: quanta resistenza incontra nell’annuncio del Vangelo?

“Il Vangelo è vivo ed ogni parola è vera, c’ è scritto: ‘Gesù gli rispose: In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna’. Applicare il Vangelo comporta anche le persecuzioni, che bisogna accogliere con gioia e fare la volontà di Dio