Alle 18.00 di oggi la liturgia stazionale arriva a Santa Maria in Via Lata. La chiesa ha origine antichissima, come spiega Armellini: "al livello dell'antica via lata precisamente sotto la chiesa attuale, restano tracce d'un edifizio romano del secolo III incirca, che accennano ad una qualche abitazione più antica, forse rinnovata ai tempi di Settimio Severo. Quei ruderi potrebbero essere gli avanzi della casa, nella quale l'apostolo mansit biennio in suo conducto e dove praedicabat regnum Dei docens quae sunt de Domino Iesu Christo cum omni fiducia sine prohibitione. Nulla s'oppone infatti alla sostanza della popolo romano tradizione romana, sulla origine dell'insigne santuario della via Lata; anzi parecchi indizî la confermano, poichè le mura di quel vetusto edifizio, fino dal secolo VIII almeno, furono trasformate in oratorio, e tracce di pitture antiche restano qua e là su quelle oscure e madide pareti".

Interessanti sono le "memorie" della via Lata, la attuale via del Corso. Come la Fontana del facchino. È un’opera di origine incerta, attribuita a Jacopo Del Conte che l'avrebbe realizzata tra il 1587 ed il 1598. A partire dal ‘600 il Facchino divenne una delle 'statue parlanti' di Roma, insieme con Pasquino, destinato alla nobiltà, Marforio alla borghesia e il facchino al popolo di più umile condizione .Si trovava sulla via del Corso di rimpetto alla chiesa di S. Marcello; nel giugno 1872 fu spostata in Via Lata, e come prima, a ridosso del muro del palazzo De Carolis Simonetti.