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Le stazioni quaresimali, Santa Cecilia a Trastevere

La martire Cecilia, la musica e le monache benedettine

L'abside della basilica di Santa Cecilia  |  | prolocoroma.it L'abside della basilica di Santa Cecilia | | prolocoroma.it

La quindicesima stazione quaresimale si celebra il mercoledì della seconda settimana a Santa Cecilia in Trastevere. La chiesa porta il nome della santa protettrice della musica, e non a caso il rettore della chiesa è Mons. Marco Frisina, Maestro della Cappella Musicale Lateranense, famoso compositore di musica sacra contemporeanea.

La chiesa esisteva già nel V secolo ma quella attuale è carolingia, costruita nel IX secolo da Papa Pasquale che costruì anche Santa Prassede e Santa Maria in Domnica. Della chiesa carolingia si vede soprattutto il grande mosaico absidale, mentre il resto dell’interno è un rifacimento rococò del XVIII secolo.

Nella sua guida alle stazioni quaresimali del 1588, Pompeo Ugonio descrive la chiesa prima del grande rifacimento. Prima di tutto è chiaro che gli piace: “Essa chiesa è di giusta grandezza”. Santa Cecilia è oggi la chiesa di un monastero benedettino femminile, e le monache benedettine c’erano già ai tempi di Ugonio:

“Ha tre ordini di colonne, uno di quattro colonne solo nella prima entrata della facciata dinanzi, poste per il largo, le quali reggono il choro che è di sopra tutto chiuso, uso delle sacre Vergini del luogo.”

Ugonio spiega che “un tempo fa tennero questo luogo frati Humiliati dell’ordine di S. Benedetto. Ma Clemente VII lo concesse a Maura Magalotta gentildonna Romana per farvi un Monasterio di Vergini consecrate à Dio, dell’ordine pur del medesimo S. Benedetto.”

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Pompeo Ugonio rimane particolarmente colpito dal mosaico absidale con la figura di Papa Pasquale, costruttore della chiesa, che nell’immagine porta un modellino della chiesa. Gli sembra di trovarsi davanti a un vero ritratto del Papa.

“Se de’ i nostri Papi antichi habbiamo alcun ritratto, che alla lor vera effigie simigli, questo l’ho per tale che renda assai al naturale la similitudine di Papa Pascale. Del che ne dà inditio il vedere la conformità che è tra l’effigie sua qui in santa Cecilia, & in due altre chiese di Roma, cioè in santa Prassede, & santa Maria della Navicella.”

Tra le reliquie conservate nella chiesa Ugonio non elenca solo quelle di santa Cecilia e degli altri santi della sua leggenda, ma anche “i corpi di novecento Martiri transferiti qua dal Cemeterio di Pretestato da Papa Pascale I.”

La stazione quaresimale è un’occasione per venerare queste reliquie: “Le sopradette cassette sogliono mettersi fuori à vista nel popolo del dì della Statione, & della festa di essa chiesa.”