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L'Opus Dei ha un nuovo prelato: è monsignor Ocariz

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Il primo prelato che marcherà il passaggio alla nuova generazione dell’Opus Dei è scelto nel segno della continuità. Monsignor Fernando Ocariz, già vicario ausiliare dal 2014 – significa che aveva già alcuni poteri del prelato – viene nominato dal Papa prelato dell’Opus Dei, confermando così l’elezione avvenuta durante il Congresso elettorale della Prelatura.

Un congresso breve – un solo giorno – preceduto da una preghiera votiva allo Spirito Santo e da una riunione, lo scorso 21 gennaio, dell’Assessorato centrale, ovvero il Consiglio delle donne che ha un compito importante nel governo dell’Opera. Dopo aver preso in considerazione la votazione delle donne – che ha un peso particolare, perché sono donne in maggioranza le aderenti all’Opera – i congressisti hanno proceduto alla votazione.

Si è scelto monsignor Fernando Ocariz, sebbene altri avessero pensato anche a monsignor Mariano Fazio, argentino, vicario generale e amico di Papa Francesco. E poi, c’erano anche altri nomi che erano circolati, forse più con l’idea di avere tutte le prospettive in campo che per una vera proposta: da Ernst Burkhart, austriaco con un ruolo nella Curia della Prelatura a Roma, a Frederick Dolan, statunitense che serve come vicario dell’Opus Dei in Canada e che ha avuto una esperienza come cancelliere della Curia della Prelatura a Roma dal 1992 al 1998; da Thomas G. Bohlin, vicario dell’Opus Dei per gli Stati Uniti, anche lui con una esperienza quinquennale a Roma come Cancelliere dell’Opera a fianco di Monsignor Echevarria; a Silvano Ochuodho, vicario dell’Opus Dei per il Kenya, un passato da ingegnere civile prima di trasferirsi a Roma per studiare teologia e diventare un sacerdote della Prelatura.

Sono tutti nomi che possono ora diventare parte del progetto della prelatura, perché sarà nei prossimi giorni che il nuovo Prelato proporrà ai congressisti i nomi dei suoi prelati e dei membri dei nuovi consigli che lo assisteranno durante i prossimi 8 anni.

Saranno anni cruciali per l’Opera, perché è la prima generazione che non ha avuto direttamente a che fare con il fondatore, San José Maria Escrivà. Il primo successore – e primo prelato – il Beato Alvaro del Portillo, ne era un diretto collaboratore, mentre monsignor Javi Echevarria, l’ultimo prelato, morto lo scorso 12 dicembre per una insufficienza respiratoria, era addirittura a fianco del fondatore quando questi ebbe l’attacco cardiaco che ne causò la morte.

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Se Ocariz non fu collaboratore diretto di Sant’Escrivà, aveva comunque vissuto con lui, negli Anni Sessanta, durante il periodo in cui studiava teologia a Roma. E la sua nomina è nel segno della continuità, dato che negli ultimi 22 anni è stato a fianco di monsignor Echevarria, e lo ha accompagnato nelle sue visite pastorali in più di 70 nazioni. Così, il terzo successore di San Josemaria alla guida dell’Opus Dei arriva nel segno della continuità, ma è anche colui che dovrà traghettare l’Opera verso il definitivo cambio generazionale.

Classe 1944, nato a Parigi da una famiglia spagnola in esilio a causa della Guerra Civile spagnola, più giovane di 8 figli, Monsignor Ocariz si è laureato in Fisica a Barcellona, prima di studiare teologia presso l’Università Lateranense nel 1969 e di prendere il dottorato presso l’Università di Navarra (istituzione legata all’Opus Dei) nel 1971. Fu in quell’anno che il nuovo Prelato fu ordinato sacerdote, con la particolare vocazione della pastorale dei giovani e degli universitari.

Monsignor Ocariz è consultore di vari dicasteri della Curia Romana: della Congregazione della Dottrina della Fede dal 1986, della Congregazione per il Clero dal 2003, del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione dal 2011. È anche membro della Pontificia Accademia Teologica dal 1989. Fu tra i primi professori dell’Università Pontificia della Santa Croce, dove ha insegnato Teologia Fondamentale.

Tra le sue pubblicazioni, studi di cristologia, teologia e filosofia, con in particolare uno studio sul marxismo e uno sulla tolleranza in Voltaire . Uno dei suoi testi, Natura, grazia e gloria, è prefata dal Cardinale Joseph Ratzinger. Nel 2013, il suo pensiero è stato sviluppato in un libro intervista, “La Chiesa, mondo riconciliato”, a cura di Rafael Serrano.