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L’Unitalsi, una storia di amore per gli ammalati

Un treno di speranza e di amore in cui la parola “carità” risuona

Pellegrini a Lourdes |  | Daniel Ibanez / ACI Group Pellegrini a Lourdes | | Daniel Ibanez / ACI Group

Un treno di speranza e di amore in cui la parola “carità” risuona, tra il rapido stridere delle rotaie per tutto il tragitto fino alla meta, Lourdes: è il famoso treno denominato “bianco”. Proprio con questo aggettivo è ormai divenuto famoso il convoglio che reca, ogni anno, migliaia di ammalati presso la piccola cittadina francese della nota grotta di Massabielle dove l’11 febbraio del 1858 apparve, per la prima volta, l’Immacolata Concezione a Santa Bernadette.

E sempre un treno, nel 1903, aveva portato a Lourdes Giovanni Battista Tomassi, ragazzo poco più che ventenne affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile che lo costringeva a vivere in carrozzella da quasi dieci anni.

Per Giovanni Battista quel modo di vivere era divenuto insopportabile; doveva gridare il suo dolore a Dio, alla Vergine. Il ragazzo prima di partire per la meta religiosa covava in mente un pensiero: qualora non avesse ottenuto la guarigione, con un gesto clamoroso si sarebbe tolto la vita davanti alla grotta dei miracoli; un gesto di ribellione a Dio. Arrivato a Lourdes, il tanto atteso miracolo della guarigione non avvenne, ma ne avvenne un altro ancor più profondo, più intimo e fecondo: Giovan Battista davanti alla presenza di quei tanti volontari che con amore aiutavano i sofferenti dando loro speranza, conforto e serenità, comprese che la vita è dono e che non può essere recisa a nostro piacimento.

La carità che aveva incontrato in quel viaggio era ormai entrata prepotentemente nel suo duro cuore. Testimoni di questa radicale conversione erano un giovane Don Angelo Roncalli (futuro
Papa Giovanni XXIII) e Monsignor Radini Tedeschi, esponente di punta dell’Opera dei congressi.

E sarà proprio a quest’ultimo che Tommasi dichiarerà: “Se Lourdes ha fatto bene a me, farà bene a tanti altri ammalati”.

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Grazie a quell’esperienza vissuta di fronte alla grotta il giovane deciderà di dar vita a un’associazione internazionale che originariamente avrà il nome di Unione per il trasporto dei malati poveri a Lourdes. Il primo statuto del 1904, redatto a mano dallo stesso giovane sarà composto da 24 articoli:“È costituita con la benedizione del S. Padre un’Unione che ha per iscopo il trasporto dei malati poveri italiani a Lourdes e l’assistenza gratuita dei malati che vi si recano a proprie spese”. La denominazione che conosciamo oggi, UNITALSI (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e Santuari internazionali) verrà data nel 1929.

Nel 1905, avvenne il primo viaggio organizzato; luogo della partenza, Roma, anche se il pellegrinaggio era stato organizzato dalla Diocesi di Viterbo. Quell’anno, a partire con Tomassi stesso, vi è un gruppo di volontari e di pellegrini: nove ammalati, otto uomini e una donna. Anche se l'associazione ufficialmente non era stata costituita, era questo il primo viaggio di ciò che la storia conoscerà come “il treno bianco”. Se questo pellegrinaggio sarà di portata locale, bisognerà aspettare il 1908 per avere il primo pellegrinaggio nazionale: sarà in occasione del cinquantesimo anniversario delle apparizioni di Lourdes e vedrà la partecipazione di circa sessanta malati. Tra i tanti pellegrinaggi
di questo periodo, degno di nota è quello del 1913 guidato da Monsignor Radini Tedeschi e presieduto dal Cardinal Giacomo Della Chiesa, Arcivescovo di Bologna, il futuro Benedetto XV: a recarsi nella
cittadina della grotta di Massabielle saranno circa 3.000 pellegrini - 112 gli ammalati - provenienti da tutte le regioni d’Italia, trasportati da otto treni.

Nel 1920, il fondatore Tomassi muore ma non certo la sua opera che continua ad avere un’adesione di massa da parte di molte regioni d’Italia. Nel 1930 i Comitati diocesani e le Sottosezioni raggiungono il numero di 200, e nel 1931 per la sua organizzazione e competenza, l’UNITALSI viene riconosciuta dalla Arciconfraternita dell’Hospitalité
di Lourdes. Durante la seconda guerra mondiale, l’UNITALSI - per ovvie necessità legate all’avvenimento bellico - svilupperà maggiormente i pellegrinaggi ai santuari regionali: primo fra tutti, quello al Santuario di Loreto; l’8 maggio 1936 il primo “treno bianco” con 230 malati arriverà
nella città della Santa Casa.

Il 1972 è anno importante per l'istituzione caritatevole che decide di comprare a Lourdes l’ “Hôtel Béthanie”, costruito accanto al fiume Gave nei primi anni del ’900, per metterlo a disposizione degli
ammalati. La struttura consentirà inizialmente l’accoglienza di 167 malati; per raggiungere, dopo la grande ristrutturazione degli anni ‘94 e ‘98, la capienza di 350 posti letto: sarà chiamata Salus
Infirmorum, salute degli infermi.

Da un semplice treno del primo pellegrinaggio del 1905 si passerà nel 1947 a due treni, per poi giungere nel 1978 a ben 76 treni per Lourdes e 32 per Loreto; nel 1992, 116 saranno i convogli per la
cittadina francese dei Pirenei, 36 per Loreto, 4 per Fatima (nuova destinazione dell’Unitalsi) più un treno per Banneux, famoso luogo di altre apparizioni della Vergine avvenute nel 1933.

Oggi, si contano circa 135 treni all’anno soltanto per Lourdes. L’UNITALSI, storia di speranza e di amore che continua.

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