I Vescovi e i Sindaci dell’area mediterranea riuniti a Firenze per “Mediterraneo Frontiera di Pace” hanno firmato oggi la Carta di Firenze, una dichiarazione comune che - ispirata al pensiero di Giorgio La Pira - sottolinea l’importanza del Mediterraneo come crocevia “cruciale per la pace e lo sviluppo delle nazioni attraverso la cooperazione tra le sue città e le sue comunità religiose”.

Vescovi e Sindaci “riconoscono la diversità del patrimonio e delle tradizioni dell'area mediterranea come patrimonio condiviso per tutta l’umanità” da trasmettere “alle generazioni presenti e future; la necessità di sviluppare maggiori opportunità di dialogo e di incontro costruttivo tra le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle nostre comunità, al fine di rafforzare i legami di fraternità che esistono nella nostra regione; l’importanza fondamentale del riconoscimento di un diritto universale alla salute e alla protezione sociale nell'area del Mediterraneo, in particolare a seguito della pandemia, e il ruolo centrale che la cooperazione a livello di città potrebbe svolgere nella lotta alla malattia; la necessità di implementare, quanto prima, soluzioni integrate per evitare cambiamenti climatici catastrofici. Il momento di agire è ora, al fine di preservare la qualità della vita per le generazioni a venire e conseguire un approccio ecologico integrale; l'importanza di promuovere opportunità di lavoro di qualità per le categorie svantaggiate, giovani e donne, e di favorire lo sviluppo economico e sociale dei paesi di origine dei migranti, anche attraverso programmi di cooperazione, volti in particolare alla tutela dell’infanzia; le politiche migratorie nel Mediterraneo e alle frontiere devono sempre rispettare i diritti umani fondamentali”.

Nello stesso tempo i firmatari invocano un maggior coinvolgimento nei rispettivi ruoli da parte dei governi nazionali. Si chiede poi  di “promuovere iniziative condivise per il rafforzamento della fraternità e della libertà religiosa nelle città, per la difesa della dignità umana dei migranti e per il progresso della pace in tutti i paesi del Mediterraneo” non che l’adozione di “regole certe e condivise per proteggere l'ecosistema mediterraneo al fine di promuovere una cultura circolare del mediterraneo in armonia con la natura e con la nostra storia”.