Ad un anno dal colpo di stato dei militari in Myanmar "viviamo in una situazione di stallo. La nostra comunità nazionale è disgregata. Ricostruire la fiducia e ricostruire le nostre istituzioni sarà un compito lungo e arduo. Il conflitto sta diventando sempre più brutale, le atrocità sono ogni giorno più scioccanti. La nostra gente non è rassegnata, ma cerca la pace con dignità. Il Paese potrà rinascere solo attraverso la riconciliazione. La violenza non è l'unico modo per affrontare il male, né è un modo efficace, poiché genera più violenza. Esiste sempre la via del dialogo, la via della pace e della riconciliazione". Così l'Arcivescovo di Yangon, il Cardinale Bo, in un messaggio affidato all'Agenzia Fides.

"Come Salesiano - ha osservato - ho una particolare sollecitudine per i giovani. Ho fatto appello direttamente ai giovani molte volte, dicendo che comprendo il loro dolore, anche se potrei non essere d'accordo con le loro soluzioni. Sono profondamente preoccupato che questa nazione possa perdere la sua gioventù a causa della totale frustrazione o dell'odio o del desiderio di vendetta: è urgente fermare i combattimenti, far cessare la violenza, consentire l'assistenza umanitaria agli sfollati".

Secondo il Cardinale Bo "il mondo dovrebbe mostrare maggiore attenzione alla risoluzione dei problemi del Myanmar. Naturalmente, il mondo è distratto dai terribili eventi in Afghanistan, Ucraina ed Etiopia, ma anche Myanmar è straziato e l'economia al collasso".