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Ottanta anni fa, la morte del vescovo Profittlich. Sarà il primo martire di Estonia?

Missionario tedesco, vescovo di quella che tuttora è l’amministrazione apostolica più antica del mondo, Eduard Profittlich morì a Kirov il 22 febbraio 1941. Un webinar lo ricorda

Mostra Profittlich | La mostra dedicata al Servo di Dio Profittlich in cattedrale | MMP Mostra Profittlich | La mostra dedicata al Servo di Dio Profittlich in cattedrale | MMP

Per la Chiesa estone, il vescovo Eduard Profittlich non è solo un martire. Rappresenta anche “la storia tragica di tutti coloro che sono stati deportati e sono mori a Kirov, anche se non per motivi religiosi, ma dando la vita perché potessimo vivere così come ora stiamo vivendo”. Lo ha sottolineato il vescovo Philippe Jourdan, amministatore apostolico di Tallinn, durante un webinar dedicato alla memoria del vescovo martire.

L’ultima volta che il vescovo Profittlich fu visto, era nella Cattedrale di Tallinn, un piccolo edificio dedicato ai Santi Pietro e Paolo all’interno di un cortile nel cuore della città. Fu lì che il vescovo Profittlich, arrestato, volle andare per ritirarsi in preghiera prima di lasciare quei luoghi che tanto aveva amato. E lì c’è ancora una targa che ne ricorda il passaggio.

Nato nel 1890, sacerdote dal 1922, il vescovo Profittlich aveva buone relazioni con l’allora neonato Pontificio Istituto Orientale, fu missionario in Polonia dal 1924 al 1925 in Polonia, poi ad Opole, una città tedesca con una forte immigrazione polacca, dal 1928 al 1930 nella parrocchia polacca di Amburgo, sempre in Germania.

Nel 1930, fu nominato parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Tallin, all’arcivescovo Antonio Zecchini. Nel 1931, Profittlich fu nominato amministratore apostolico di Estonia. Nel 1936, dopo che era stato confermato lo status di amministrazione apostolica per l’Estonia, Profittlich fu nominato vescovo. Decise di rimanere in Estonia, anche dopo l’occupazione sovietica. Molti sacerdoti furono perseguitati, per tre volti Profittlich andò nell’ambasciata tedesca per avere dei visti su alcuni sacerdoti e suore cattolici di Germania imprigionata dai sovietici. Descrisse anche la situazione in una lettera al Papa. Tutto questo attivismo gli costò comunque l’arresto da parte dei sovietici, che lo andarono a prendere nel suo appartamento. E fu lì che, prima di essere deportato e di fatto scomparire, il vescovo Profittlich chiese di trascorrere del tempo in chiesa, dove fu visto l’ultima volta. Fu portato poi in Siberia, dove morì.

Il vescovo Profittlich è ora servo di Dio, ma la Chiesa estone ha grandi aspettative sulla sua causa di beatificazione. Il webinar, tenutosi lo scorso 15 febbraio all’inizio della novena per il Servo di Dio, è stato organizzato dall'Amministrazione apostolica estone con il St. Thomas Institute

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L'arcivescovo di Mosca Paolo Pezzi, aprendo il webinar, ha detto che Profittlich è uno dei grandi vescovi che hanno servito e sono morti nell'ex Unione Sovietica e che offre ai credenti di tutto il mondo un eccellente esempio di "cosa significa essere cattolico".

Il vescovo Jourdan ha invece notato che il vescovo Profittlich durante la sua vita era molto noto in Estonia, anche tra i luterani del paese che negli anni '30 costituivano circa il 78% della popolazione. In quanto cittadino tedesco, gli fu offerto di lasciare l'Estonia dopo che il Paese fu occupato dall'Unione Sovietica nel 1940: "L'esempio dell'arcivescovo Profittlich è molto importante per la società estone e soprattutto il fatto che abbia scelto di rimanere in Estonia e condividere il destino di molti estoni".

Negli anni '40, più di 20.000 estoni furono deportati nei campi di concentramento sovietici. Il vescovo Jourdan ha detto che il presidente estone Alar Karis gli ha recentemente chiesto del processo di canonizzazione di Profittlich e si è detto felice di seguirlo. “La santità è tratto individuale, ma nel caso di Eduard Profittlich c’è anche un aspetto collettivo che è importante: per noi è un ambasciatore e un rappresentante della storia tragica di tutti coloro che sono stati deportati e sono morti a Kirov, anche se non per motivi religiosi, ma dando la vita perché potessimo vivere così come ora stiamo vivendo. Quindi anche per la società estone il suo esempio, la scelta di stare in Estonia per condividere il destino di tanti concittadini, è estremamente significativo”, ha concluso il vescovo.

Marge-Marie Paas, postulatore diocesano del processo di beatificazione, ha sottolineato che il vescovo "ha sacrificato la sua vita per il regno di Dio ... ed è diventato un testimone di nuova vita e verità".

Nella conferenza on line (disponibile in inglese su Facebook) sono intervenuti anche la ricercatrice Maria Chiara Dommarco, lo storico Priit Rohtmets, il gesuita Bogusław Steczek.

Il 22 febbraio, è stata inaugurata anche una mostra sul servo di Dio nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Tallinn.