La fede è così importante perché è l'unica che mantiene alla grazia la sua gratuità. Grazia e fede: sono i due pilastri della sal­vezza; sono i due piedi per camminare o le due ali per volare. Non si tratta però di due cose parallele, quasi che da Dio venisse la grazia e da noi la fede, e la salvezza dipendesse così, in parti eguali, da Dio e da noi”. Lo ha detto il Predicatore della Casa Pontificia, P. Raniero Cantalamessa, nella prima predica di Avvento alla presenza del Papa.

Parlando della fede di Maria, P. Cantalamessa ha osservato che “non ba­sta avere una fede solo soggettiva, una fede che sia un abban­donarsi a Dio nell'intimo della propria coscienza. È tanto facile, per questa strada, rimpicciolire Dio alla propria misura. Questo avviene quando ci si fa una propria idea di Dio, basata su una propria interpretazione personale della Bibbia, o su l'interpreta­zione del proprio ristretto gruppo, e poi si aderisce ad essa con tutte le forze, magari anche con fanatismo, senza accorgersi che ormai si sta credendo in sé stessi più che in Dio e che tutta quella incrollabile fiducia in Dio, altro non è che una incrollabile fiducia in se stessi. Non basta però neppure una fede solo oggettiva e dogmati­ca, se questa non realizza l'intimo, personale contatto, da io a tu, con Dio. Essa diventa facilmente una fede morta, un credere per interposta persona o per interposta istituzione, che crolla non appena entra in crisi la fiducia in quella istituzione, nella Chiesa”.

“Il mondo è solcato, come il mare - ha concluso il religioso francescano - dalla scia di un bel vascello, che è la scia di fede aperta da Maria. Entria­mo in questa scia. Crediamo anche noi perché quel che si avve­rò in Lei si avveri anche in noi. Invochiamo la Madonna con il dolce titolo di Virgo fidelis: Vergine credente, prega per noi”.