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Padre Mariano da Torino ed il senso del vero bene

Il grande comunicatore francescano ricordava spesso che "ogni volta che vuole la felicità l'uomo senza saperlo vuole Dio"

Padre Mariano da Torino |  | pubblico dominio Padre Mariano da Torino | | pubblico dominio

Una legge, un provvedimento, un qualsiasi atto giuridico si rivolge all'uomo ed alle sue necessità. E' tenuto a ponderarne l'utilità e a prevedere gli effetti utili allo sviluppo armonico della società. Questo rende una legge tale soprattutto se in vista del bene comune.

Il diritto è l'insieme organico di un sistema e serve a dare importanza e significato a quei valori che l'ordinamento giuridico protegge.  

Il bene, il vero, il giusto, il bello sono le parti  di cui è composto l'universo umano. Quando una persona desidera una di queste realtà, pur non sapendolo, desidera il meglio delle possibilità per la propria vita.

Il Vangelo che è postulato di amore al prossimo ed innata preghiera all'Assoluto di Dio contiene quei principi in grado di illuminare la vita del fedele sulle strade del Regno dei cieli.

Sul tema Paolo Roasenda, professore al Liceo Porporato di Pinerolo, e futuro padre Mariano da Torino (1906-1972), cappuccino e grande comunicatore – in radio e in televisione - scrive: “Che vuole l'uomo? Vuole il vero, il buono, il bello... la felicità, soprattutto leggi fondamentali di vita. Ad essa tende l'anima. E ogni volta che vuole la felicità l'uomo senza saperlo vuole Dio”. Il futuro francescano ha centrato l'obiettivo: l'uomo è desiderio di infinito, di grandezza.

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Padre Mariano, entrato nell'Ordine serafico cappuccino a trentaquattro anni, prima della scelta visse nel mondo quell'apostolato, fatto di amore e solidarietà nei confronti di chi si trovava davanti.

Iscritto all’Azione Cattolica visse quest'impegno con amore e servizio nei confronti del prossimo e di coloro che si affidavano al suo modo speciale di essere.

Sul medesimo tema Sant'Agostino, dopo una vita fatta di esperienze alle volte difficili, nel suo capolavoro Le Confessioni osserva che l'uomo è fatto per Dio e non trova pace finché in lui non riposa.

Il futuro padre Mariano ed il Grande di Tagaste hanno toccato il centro della questione, ovvero la dignità e la bellezza dell'esistere è già presente nell'uomo ed è sufficiente solo che questo ne prenda coscienza per la costruzione di una società, non solo più equa ma più giusta. Questo può essere fatto a tutti i livelli: dalle grandi decisioni che coinvolgono gli interessi collettivi, ai rapporti di vicinato ai delicati affetti familiari.

La ricerca del bene, per tutti, dovrebbe essere quello che anima le discussioni, anche le più accese, senza mai perdere il rispetto ed il dialogo, necessari per la ricerca di quei valori fondamentali per l'uomo.

Il sistema giuridico ed economico possono e devono far molto, la realtà sociale con le sue attenzioni può aiutare e consolidare alcune strutture, ma solo la persona, con quanto porta dentro, può voler dare fede a quei principi scritti nel cuore dell'uomo, con l'inchiostro rosso dell'amore e della solidarietà che Cristo ci ha indicato dall'alto della Croce.

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