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Papa Francesco in USA incontra le vittime di abusi. Non solo da parte del clero

Padre Federico Lombardi | Padre Federico Lombardi tiene un briefing al Filling Center di Philadelphia | Alan Holdren / ACI Group Padre Federico Lombardi | Padre Federico Lombardi tiene un briefing al Filling Center di Philadelphia | Alan Holdren / ACI Group

Papa Francesco ha incontrato 5 vittime di pedofilia nella mattina, e ne ha voluto dare personalmente l’annuncio ai vescovi che ha incontrato poco dopo l’incontro nel seminario di San Carlo Borromeo. Ma la vera novità dell’incontro è che le 5 vittime non avevano tutti subito abusi da membri del clero, ma anche da educatori o in famiglia.

Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, dà qualche dettaglio dell’incontro nel briefing con i giornalisti, l’ultimo di questo lungo viaggio del Papa a Cuba e negli Stati Uniti. E sottolinea che proprio il fatto che non sono tutte vittime di abusi del clero è la nota di novità. “Si è allargata la prospettiva, è un approccio nuovo, che riguarda la necessità di creare un ambiente sano a tutti i livelli,” ha sottolineato padre Lombardi.

Così, da una parte Papa Francesco prosegue nella decisione di mostrare un forte impegno personale nel combattere la pedofilia: ha voluto si sapesse che il processo all’arcivescovo Wesolowski (poi deceduto) fosse stato voluto da lui; ha voluto stabilire una Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori; ha voluto dire personalmente ai vescovi che ha incontrato le vittime. Ma ha anche voluto allargare il problema, mostrare che non si tratta solo di un problema interno alla Chiesa cattolica. Dopo il periodo della guarigione, è il periodo di voltare pagina, per la Chiesa negli Stati Uniti e per tutta la Chiesa.

Secondo il comunicato della Sala Stampa vaticana diffuso poco dopo l’incontro, le vittime erano 5 persone adulte, 3 donne e 2 uomini, che “hanno subito abuso quando erano minori di età. Ognuno di essi era accompagnato da un familiare o persona di sostegno.” Aggiunge padre Lombardi durante il briefing: “Il gruppo era in tutto di 12 persone”.

Di questi, almeno uno era non credente, tre erano stati abusati da sacerdoti, e gli altri due da educatori cattolici o in famiglia.

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Un incontro breve, che è durato in tutto circa 40 minuti, secondo padre Lombardi. Non certo come l’incontro che il Papa ha avuto in Vaticano, dopo una Messa con le vittime, avvenuta nel luglio 2014, quando “il Papa si era intrattenuto con ognuno almeno 15 minuti” racconta il direttore della Sala Stampa Vaticana. Che poi aggiunge: è stato comunque un incontro “significativo.”

Oggi come al tempo della Messa con i sopravvissuti in Vaticano, ad organizzare l’incontro e accompagnare le vittime è stato il Cardinal Sean O’Malley, arcivescovo della martoriata diocesi di Boston che ha sollevato dalla crisi della pedofilia e per questo presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori. Insieme a lui, l’Arcivescovo Charles J. Chaput di Philadelphia, e il vescovo Michael Fitzgerald, che è responsabile dell’ufficio della diocesi di Philadelphia per la protezione dei minori.

Secondo il comunicato della Santa Sede, “il Papa si è intrattenuto con i visitatori ascoltando le loro testimonianze e rivolgendo loro alcune parole in comune e poi salutandoli singolarmente. Ha pregato con loro. Ha manifestato la sua partecipazione alla loro sofferenza, il suo dolore e vergogna in particolare nel caso delle ferite loro arrecate da membri del clero o collaboratori ecclesiali.”

Il Papa ha anche “rinnovato l’impegno suo e della Chiesa perché tutte le vittime siano ascoltate e trattate con giustizia, i colpevoli siano puniti e i crimini di abuso siano combattuti con una efficace opera di prevenzione nella Chiesa e nella società. Il Papa ha ringraziato le vittime per il loro contributo essenziale per ristabilire la verità e iniziare il cammino del risanamento.”

Un impegno ribadito davanti ai giornalisti a Philadelphia dal vescovo Edward J. Burns, di Juneao (Alaska), che è responsabile della conferenza episcopale USA per la protezione dei minori. “Quello che abbiamo visto da parte del Papa – dice – è un chiaro richiamo a prendersi le proprie responsabilità. Un richiamo affinché quelli che sono responsabili di questi crimini possano essere incriminati.”

Ha aggiunto che l’incontro del Papa con le vittime ha “aiutato a creare un ambiente sicuro e a restaurare fiducia e credibilità.”

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Sottolinea poi il vescovo Christopher Coyne, di Burlington, che la Chiesa negli Stati Uniti “ha sempre cercato di raggiungere le vittime, e di portarle avanti nel percorso della guarigione.”

Un impegno, quello di raggiungere le vittime, incoraggiato e portato avanti già a partire dal Pontificato di Benedetto XVI. Che non solo aveva inasprito le norme, ma aveva dato l'esempio, incontrando personalmente le vittime degli abusi in almeno cinque occasioni (Australia, Stati Uniti, Malta, Regno Unito, Germania). Papa Francesco ha ereditato questo impegno.