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Papa Francesco ai migranti: "Rispettate le leggi dei Paesi che vi accolgono"

Papa Francesco |  | L'Osservatore Romano ACI Group Papa Francesco | | L'Osservatore Romano ACI Group

È la Giornata Mondiale del Migrante e del rifugiato, e al termine dell’Angelus Papa Francesco si rivolge alla rappresentanza di diverse comunità etniche che hanno riempito piazza San Pietro per l’occasione, con molte bandiere di tutti i posti del mondo. “Cari amici – dice il Papa al termine dell’Angelus – vi auguro di vivere serenamente nelle località che vi accolgono, rispettandone le leggi e le tradizioni, e al tempo stesso, custodendo i valori delle vostre culture di origine”. Perché “l’incontro tra varie culture è sempre un arricchimento per tutti”.

Il Vangelo del giorno è la naturale prosecuzione del Battesimo di Gesù su Giordano, con le parole di Giovanni Battista che proclama Gesù come “l’agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo” – “una parola – dice il Papa – accompagnata dallo sguardo e dal gesto della mano che indicano Lui, Gesù”.

Il Papa invita a immaginare la scena: la riva del Giordano, la gente in attesa del Battesimo di Giovanni, quanti ascoltano Giovanni stesso vedendo in lui il nuovo Elia e ascoltando la sua predicazione che il Regno di Dio dei Cieli è vicino, e il Messia sta per arrivare. È in questo contesto che Gesù si presenta “sulla riva del fiume, in mezzo alla gente, ai peccatori, come tutti noi”.

Mette in luce il Papa che “il primo atto pubblico” di Gesù, la “prima cosa che fa quando lascia Nazaret, è 30 anni” è di farsi battezzare da Giovanni, perché "questa gente veniva per farsi perdonare dai peccati, per fare penitenza, per ricominciare la vita". E - come raccontato nel Vangelo della scorsa domenica - al momento del Battesimo, su Gesù scende lo spirito Santo, la voce del Padre lo proclama figlio prediletto, e Giovanni vede così il segno che aspettava.

“Giovanni – dice Papa Francesco - è sconcertato, perché si è manifestato in un modo impensabile: in mezzo ai peccatori, battezzato come loro, anzi, per loro. Ma lo Spirito illumina Giovanni e gli fa capire che così si compie la giustizia di Dio, si compie il suo disegno di salvezza: Gesù è il Messia, il Re d’Israele, ma non con la potenza di questo mondo, bensì come Agnello di Dio, che prende su di sé e toglie il peccato del mondo”.

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E’ per questo che Giovanni lo indica alla gente e alla “numerosa cerchia di discepoli” che lo segue, tra i quali ci sono “Simone, detto poi Pietro, suo fratello Andrea, Giacomo e suo fratello Giovanni. Tutti pescatori; tutti galilei, come Gesù”.

Si tratta di una scena “decisiva” ("non un aneddoto, ma un fatto storico") per la nostra fede, e “decisiva anche per la missione della Chiesa”, che “in ogni tempo, è chiamata a fare quello che fece Giovanni il Battista, indicare Gesù alla gente dicendo: «Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!».”

Sono le parole che “noi sacerdoti ripetiamo ogni giorno, durante la Messa, quando presentiamo al popolo il pane e il vino diventati il Corpo e il Sangue di Cristo. Lui è l'Unico Salvatore! Lui è il Signore! Lui, in mezzo ai peccatori! Ma è lui... non è un altro potente che viene!”.

E sottolinea il Papa: "Guai quando la Chiesa annuncia se stessa! Perde la Bussola, non sa dove va!"

"Questo gesto liturgico - continua -  rappresenta tutta la missione della Chiesa, la quale non annuncia sé stessa, annuncia Cristo; non porta sé stessa, porta Cristo. Perché è Lui e solo Lui che salva il suo popolo dal peccato, lo libera e lo guida alla terra della vita e della libertà".

Al termine dell’Angelus, Papa Francesco ricorda poi la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che è dedicata al tema “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”.

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Sottolinea il Papa: “Questi nostri piccoli fratelli, specialmente se non accompagnati, sono esposti a tanti pericoli. È necessario adottare ogni possibile misura per garantire ai minori migranti la protezione e la difesa, come anche la loro integrazione”. E infine ringrazia “l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma e quanti lavorano con i migranti per accoglierli e accompagnarli nelle loro difficoltà, e incoraggio a proseguire in questa opera, ricordando l’esempio di santa Francesca Saverio Cabrini, patrona dei migranti, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte. Questa Suora coraggiosa dedicò la sua vita a portare l’amore di Cristo a quanti erano lontani dalla patria e dalla famiglia. La sua testimonianza ci aiuti a prenderci cura del fratello forestiero, nel quale è presente Gesù, spesso sofferente, rifiutato e umiliato”.

 Aggiunge il Papa: "Quante volte nella Bibbia il Signore ci ha chiesto di accogliere i migranti e i forestieri, ricordandoci che anche noi siamo forestieri".