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Papa Francesco e il mondo islamico. Sforzi tangibili nella cooperazione congiunta

In 10 anni Papa Francesco ha fatto passi da gigante nel costruire ponti con il mondo islamico

Papa Francesco | Papa Francesco abbraccia il Grande Imam di al Azhar Ahmed al Tayyb | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco | Papa Francesco abbraccia il Grande Imam di al Azhar Ahmed al Tayyb | Vatican Media / ACI Group

In dieci anni di pontificato, come Papa Francesco ha guardato all’Islam e ai popoli islamici? E quale è la posizione del mondo islamico riguardo i suoi sforzi?

Dalla sua elezione nel 2013, Papa Francesco ha sempre avuto il desiderio di costruire ponti con il mondo islamico. Si tratta di un approccio evangelico per eccellenza quello che segue sull'esempio del suo maestro Gesù, che ha interagito e comunicato profondamente nella sua vita terrena con con chi era diverso da lui e con persone al di fuori del suo ambiente, definendosi Figlio dell'Uomo, non figlio di David, diffondendo il suo messaggio a tutte le nazioni e non solo per formare i figli di Israele.

Papa Francesco, dando grande importanza alla comunicazione cristiano-islamica, è come un prolungamento del santo di cui scelse di portare il suo nome, cioè Francesco d'Assisi, che seppe creare canali di comunicazione tra Oriente e Occidente in epoche in cui il linguaggio della violenza e il sangue prevalevano. Il Papa lo ha fatto ai nostril giorni, E ad Assisi lo ha detto: "Signore, usami per la tua pace".

Il Santo Padre si è anche identificato con quanto è avvenuto nel Concilio Vaticano II, che ha chiesto un dialogo aperto con i musulmani. Uno dei suoi esempi è la firma della Dichiarazione per la Fraternità Umana con l'imam di Al-Azhar Ahmed Al-Tayeb negli Emirati Arabi Uniti, che è uno dei 13 paesi a maggioranza islamica che il Papa ha visitato fino al 2022 nonostante le sue condizioni di salute e la sua vecchiaia, cioè in un periodo record inferiore a 10 anni. I tredici Paesi sono: Egitto, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Turchia, Marocco, Bosnia ed Erzegovina, Bangladesh, Giordania, Palestina, Azerbaigian, Kazakistan e Albania.

Oltre a quanto già raccontato si aggiunge alle caratteristiche che hanno caratterizzato la personalità di Papa Francesco fin da sacerdote, come l'umiltà e la semplicità nel vivere e stare vicino a tutte le persone ed esprimere loro il suo amore, come il suo lavare le piedi di una donna musulmana, e la sua citazione in altra occasione di un testo coranico. Tutto ciò ha spinto il mondo islamico moderato a cooperare con Papa Francesco per perpetuare la fratellanza tra i popoli e creare un mondo migliore in cui prevalgano la comprensione, il rispetto reciproco e la pace.

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Anche se il Papa risiedeva in Vaticano, era solito ricevere delegazioni religiose e politiche permanenti dal mondo islamico, e allo stesso tempo inviare rappresentanti ad agire per suo conto in alcuni eventi nel caso in cui fosse impossibilitato a partecipare, come accaduto il mese scorso per quanto riguarda il terremoto in Siria, e poi l'apertura della Abrahamic Family House negli Emirati Arabi Uniti. Il Papa ha anche preso decisioni importanti, l'ultima delle quali risale a poche settimane fa quando ha annunciato l'instaurazione di relazioni diplomatiche per la prima volta con l'autorità dell'Oman.

Il Santo Padre è stato anche un schietto difensore dei profugh, la maggior parte dei quali proviene dal mondo islamico, invitando la comunità internazionale a mostrare loro simpatia e solidarietà, sottolineando allo stesso tempo di affrontare le cause profonde della crisi dei rifugiati.

(articolo pubblicato originariamente su ACI Mena)