Sono in arrivo cinque dichiarazioni comuni, prodotte nella seconda fase del dialogo anglicano-cattolico. Lo sottolinea Papa Francesco incontrando i membri della Commissione anglicana cattolica, che si stabilì nel 1966, dopo lo storico primo incontro tra Papa Paolo VI e l’allora primate anglicano Michael Ramsey. Papa Francesco invita a proseguire sulla scia di quel dialogo, perché “la causa dell’unità non è un impegno opzionale e le divergenze che ci dividono non devono essere accettate come inevitabili.”

In cinquanta anni, il dialogo è andato avanti. Non solo. C’è stata una Costituzione Apostolica, l’Anglicanorum Coetibus, che ha istituito un ordinariato per quanti, del clero della Chiesa anglicana, vogliono passare nella Chiesa Cattolica, l’ultimo esempio di un cammino verso il dialogo che ha avuto i suoi alti e bassi, ma che prosegue incessante. “Alcuni – sottolinea Papa Francesco – vorrebbero che dopo cinquant’anni ci fossero risultati maggiori quanto all’unità.” Ma – aggiunge – “nonostante le difficoltà, non possiamo lasciarci prendere dallo sconforto, ma dobbiamo confidare ancora di più nella potenza dello Spirito Santo, che può sanarci e riconciliare e fare ciò che umanamente sembra impossibile.”

Papa Francesco introduce ancora il legame dell’ecumenismo del sangue, ovvero “la testimonianza dei cristiani, appartenenti a Chiese e tradizioni diverse, vittime di persecuzioni e violenze solo a causa della fede che professano.” “Il sangue di questi martiri – dice il Papa – nutrirà una nuova era di impegno ecumenico, una nuova appassionata volontà di adempiere il testamento del Signore: che tutti siano una cosa sola.” 

Il Papa sottolinea poi che “il mondo ha urgentemente bisogno della testimonianza comune e gioiosa, dei cristiani, dalla difesa della vita e della dignità umana alla promozione della pace e della giustizia.”