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Papa: “Il divorzio sporca l’immagine di Dio”

Papa Francesco nella Chiesa dell'Assunta a Tblisi |  | CTV
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chiesa dell'Assunta, Tblisi |  | LOR
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E’ a braccio il dialogo di Papa Francesco con i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi e gli agenti di pastorale nella chiesa dell’Assunta a Tblisi in Georgia. Seconda tappa di oggi, dopo la Messa nello Stadio di Tblisi. Domande e riflessioni sono state rivolte al Papa da parte di alcuni rappresentanti della Chiesa locale georgiana. Il Papa tocca tanti temi importanti: il divorzio, la teoria del gender, la fede, i problemi dei giovani, la vocazione.

Il Papa risponde in particolare a quattro testimonianze: quella di un prete armeno, di un seminarista georgiano, di una mamma e di un giovane.

Irina, sposata e giovane madre di due figli, racconta al Papa le difficoltà che incontra una famiglia in Georgia: “Noi famiglie cattoliche, oltre alla trepidazione di diventare mamme e papà in situazione spesso di povertà, oltre al fatto che ci viene prospettata la possibilità di risolvere le difficoltà familiari attraverso la separazione, che rischia di diventare una cosa normale sentiamo il problema dell’educazione cristiana dei figli”.

La risposta del Papa: “Qual è la fede nel matrimonio”? Il matrimonio è la cosa più bella che Dio ha creato. Sono l’immagine di Dio, l’uomo e la donna che si fanno una sola carne. Io capisco le incomprensioni, le tentazioni, risolviamo cosi con il discorso del discorso. Tu sai chi paga per il divorzio? Paga Dio, perché quando si divorzia si sporca l’immagine di Dio. E pagano i bambini. Voi non sapete quanto soffrono i bambini, i figli piccoli, quando vedono la separazione dei genitori. Si deve fare del tutto per salvare il matrimonio. Litigate quanto volete ma la sera fate la pace, la guerra fredda del giorno dopo è pericolosissima. Chiedete aiuto subito. Le coppie si aiutano con l’accoglienza, con l’accompagnamento”.  

“Accogliere, accompagnare, discernere, integrare”. Queste dice Francesco sono le tre parole d’oro per il matrimonio: “Permesso, grazie, scusa”.

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Irina ha menzionato poi un "grande nemico del matrimonio": la teoria del gender. “Oggi c’è una guerra mondiale che distrugge il matrimonio – dice Francesco - Ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono. Bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche”.

Il giovane prete armeno ricorda al Papa la sua esperienza alla GMG di Cracovia lo scorso luglio e sottolinea l’importanza del legame dei cattolici armeni con la Georgia: “La Georgia è stata la terra nativa del nostro primo santo Martire, san Vartan Mamigonian, che ha sacrificato la sua vita, insieme ai suoi compagni, per difendere la fede cristiana”.

Il Papa segna su un taccuino ogni riflessione:”Mi è venuto in mente una cosa che è avvenuta alla fine della Messa in Armenia: io ho invitato a salire sulla papamobile anche il Vescovo della Chiesa Apostolica, eravamo tre vescovi…una bella macedonia! Abbiamo fatto il giro e poi siamo scesi, quando io andavo per prendere la macchina, una vecchietta mi ha fatto segnale di avvicinarmi”.

“Aveva 80 anni – continua Francesco - io ho sentito nel cuore la voglia di avvicinarmi a salutarmi perché era dietro le transenne, era una donna umile, mi ha salutato con amore, aveva un dente d’oro, e mi ha detto: “Io sono armena ma abito in Georgia”, aveva viaggiato 8 ore nel bus per trovare il Papa. Poi il giorno dopo l’ho ritrovata lì, in un altro posto, e io le ho detto “ma signora lei è venuta dalla Georgia e di nuovo qui? E’ la fede, ha risposto lei”.

“Essere saldi nella fede”, Francesco lo ripete più volte, “la testimonianza che ha dato questa donna. Lei voleva vedere Pietro. Saldi nella fede significa capacità di ricevere la fede, conservarla e trasmetterla. Saldi nella fede significa non dimenticare quello che noi abbiamo imparato. Anzi farlo crescere e darlo ai nostri figli”.

Il seminarista georgiano racconta invece al Papa della sua vocazione e dei suoi dubbi: “Pensando al mio prossimo diventare sacerdote, e sentendo ciò che sta a cuore ai nostri pastori, spesso mi nascono domande e riflessioni che mi spingono a cercare il modo migliore per spendere la mia vita”. E rivolge a Francesco una domanda: “Io mi chiedo come spesso come fare per una collaborazione più attiva ed efficace con la Chiesa Ortodossa. Qualcuno, anche tra i nostri fedeli, suggerisce di pensare ai fatti nostri e di non preoccuparci troppo degli altri... ma è questa la via per il futuro?”

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“Il problema dell’ecumenismo – dice Francesco - mai litigare, lasciamo ai teologi che studino le cose astratte della teologia. Cosa devo fare io con una persona ortodossa? Essere aperto, essere amico, devo fare forza per convertirlo? C’è un grosso peccato contro l’ecumenismo: il proselitismo. Mai si deve fare proselitismo con gli ortodossi. Sono fratelli e nostre sorelle, discepoli di Gesù Cristo. Amicizia, camminare insieme, preghiera e fare opere di carità insieme”.

Poi c’è Kakha, giovane georgiano di 23 anni. Confida a Francesco i dubbi tipici della sua giovane età: “I grandi ideali che abbiamo nel cuore, e che spesso sono radicati nel Vangelo, si scontrano con la dura realtà quotidiana; e ci accorgiamo di cadere nella tentazione di adeguarci alla massa, e così tra noi c’è chi preferisce stare dove c’è più sicurezza e comodità, dove non si corrono rischi e non viene chiesto di volare in alto sfidando la legge della gravità. Sappiamo bene che molti giovani nel mondo vivono situazioni più difficili delle nostre. Ma, qualche volta, anche noi abbiamo la sensazione di essere soli, sbattendo contro muri di incomprensione...”.

 “Sono due donne che Gesù ha voluto per tutti noi – conclude il Papa - “Maria e la Chiesa di Gesù. Con la Madre Chiesa e la Madre Maria si può andare avanti sicuro. Gesù ha una preferenza nel portare avanti la fede nelle donne. I vostri antichi monaci dicevamo questo: “Quando ci sono le turbolenze spirituali bisogna rifugiarsi sotto il manto della Santa Madre di Dio”. “Chiedo a tutti voi di difenderci dalla mondanità, Gesù ci ha parlato tanto forte contro la mondanità”.

L’incontro si è concluso con la recita del “Padre Nostro” in georgiano, la benedizione e l’offerta di un dono al Papa.