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Perché non c'è la croce sulla più grande chiesa cattolica del Golfo Persico ?

Come è nata la scelta di non mettere una croce sulla cupola di Nostra Signora D'Arabia

La cupola di Nostra Signora D'Arabia  |  | Chiesa Cattolica del Sacro Cuore Bahrain
La cupola di Nostra Signora D'Arabia | | Chiesa Cattolica del Sacro Cuore Bahrain
La cupola di Nostra Signora D'Arabia  |  | Chiesa Cattolica del Sacro Cuore Bahrain
La cupola di Nostra Signora D'Arabia | | Chiesa Cattolica del Sacro Cuore Bahrain

Dopo settant’anni di presenza nel Golfo Arabo, la Chiesa cattolica aveva bisogno di un grande
terreno per farlo il suo vero centro spirituale in quella regione. Così, il vicario apostolico
Monsignor Camillo Palin, si rivolse al nord della penisola arabica. Prima, cercò un luogo nella
città del Kuwait, sede del vicariato in quel momento, ma la notizia di dedicare un terreno in
Kuwait creò un’ondata di grandi proteste nell’Assemblea Nazionale del Paese, perciò la
municipalità non discusse più questa possibilità.

Ma di fronte alla protesta del Kuwait, arrivò un segno di accoglienza dal Bahrein che nel 2012
promise di dare un terreno a questo scopo, ciò che si realizzò un anno dopo. Così, Palin spostò il
vicariato in Bahrein, ciò irritò gli estremisti del Paese.
In quella circostanza, alcuni religiosi musulmani pubblicarono una dichiarazione nella quale
dissero: "Denunciamo l’offerta di un terreno ai nazareni [cristiani nel linguaggio islamico
N.d.R.] per la costruzione di una chiesa che sarà una delle più grandi chiese cattoliche nel Golfo
Arabo, e chiediamo ai responsabili di questo Paese di non prendere questa decisione per il bene dei
fedeli e del Paese. La custodia della religione [musulmana N.d.R.] e dei suoi rituali e il rifiuto del
politeismo [un’accusa islamica al cristianesimo N.d.R.] è il dovere più alto delle persone a cui
Allah ha affidato la responsabilità dei Paesi musulmani". Così 77 attivisti dal Bahrein firmarono
questa dichiarazione protestando per lo spostamento del vicariato nel loro Paese, poiché credono
che questo atto metta a rischio l’identità araba e musulmana del Bahrein.

In quella circostanza, il responsabile associato del Bahrein per lo sviluppo della società, Khaled
Al-Kohgi, rispose considerando che la costruzione della chiesa nella zona del Awali, lontana geograficamente dalla capitale piena di congestione urbana, permetterà la continuazione del clima di coesistenza culturale e tolleranza umana tra i differenti componenti religiosi del Bahrein, e probabilmente non condurrà a nessun danno, disturbo o sovraffollamento in luoghi precisi.

Quando fu costruita la Chiesa di Nostra Signora d’Arabia, dedicata l’anno scorso, la Chiesa
cattolica, per diminuire le voci che si opponevano al progetto che possono condurre a violenza e sabotaggi,
decise, in modo autonomo, di non mettere la croce sul punto più alto dell’edificio ecclesiastico.
Da notare, che non c’è una legge che vieta la presenza di croci sugli edifici nel Bahrein. Infatti,
c’è una croce sulla porta esterna della cattedrale.

In generale, le chiese costruite nel Golfo Arabo non hanno dei simboli cristiani visibili al loro
esterno. Questa situazione fu messa in risalto specialmente quando fu aperta la chiesa cattolica
Nostra Signora del Rosario a Qatar nel 2008, che è la prima chiesa del Paese.
E se escludiamo le chiese dello Yemen, distrutte o totalmente abbandonate, l’Arabia Saudita
rimane oggi l’unico Paese della regione del Golfo in cui non c’è alcun edificio religioso non
musulmano.

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