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Roma e Genova unite nel ricordo del Cardinale Canestri

Il Cardinale Giovanni Canestri |  | Arcidiocesi di Genova Il Cardinale Giovanni Canestri | | Arcidiocesi di Genova

La Diocesi di Roma ha ricordato a 4 anni dalla morte il Cardinale Giovanni Canestri, Arcivescovo di Genova ma soprattutto Arcivescovo vicegerente di Roma dal 1975 al 1984. Presentando il libro “Il cardinale Giovanni Canestri. Testimonianze di una vita”, edito da Effatà”, il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, ha ricordato l’operato del porporato nei suoi anni di servizio in Vicariato.

“Come Diocesi - ha osservato De Donatis - gli siamo grati per i suoi insegnamenti e la sua testimonianza”. ll Cardinale De Donatis ha poi ricordato che Giovanni Canestri attraverso il suo modo di vivere “sobrio ed evangelico, costantemente vicino alla vita della gente, ha amato tanto Roma, che lo ha fatto diventare un prete romano”.

Nei giorni scorsi un analogo appuntamento si è svolto a Genova dove il Cardinale Canestri raccolse l’eredità del Cardinale Siri, guidando l’Arcidiocesi dal 1987 al 1995. Per l’occasione sono intervenuti l’Arcivescovo di Genova, il Cardinale Angelo Bagnasco, e Monsignor Guido Marini, Maestro delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, che fu ordinato presbitero dal Cardinale Canestri e che ne fu segretario personale.

“La sua - ha sottolineato Monsignor Marini - è stata una vita esemplare sotto ogni punto di vista. Con il Cardinale ho vissuto una relazione da discepolo, ma mi sembra di poter dire anche da figlio. Una relazione che si è consolidata, e che mi ha tanto aiutato nel cammino della vita”.

“Ho cercato di apprendere da lui - è stato il ricordo del Cardinale Bagnasco - uno stile, un modo, una presenza. E quando andai a Roma prima della consacrazione episcopale, l’allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi,  Cardinale Gantin, mi disse: il Cardinale Canestri le vuole molto bene. Questo non mi lasciò indifferente e mi fece intendere la capacità di affetto che faceva parte del suo cuore, molto in profondità”. 

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