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San Giovanni, Roma custodisce la reliquia della sua testa nella chiesa di San Silvestro

La basilica di “San Silvestro in Capite” al centro di Roma e gli esami scientifici del 2012

La cappella a San Silvestro in Capite |  | pd La cappella a San Silvestro in Capite | | pd

Nella centralissima piazza romana di San Silvestro si erge una chiesa che facilmente si confonde con i palazzi attorno. La chiesa è dedicata a San Silvestro I Papa, trentatreesimo successore di Pietro. La storia della chiesa è sicuramente particolare, piena di aneddoti curiosi e di vicende alquanto misteriose. Tra queste ve n’è una che vede “protagonista” la testa di San Giovanni Battista.

San Giovanni Battista, il profeta precursore di Gesù Cristo, morto decapitato nel 35 d. C. (come ci narrano i Vangeli in Matteo 14, 3-13), è sempre stata una delle figure più importanti e affascinanti del Cristianesimo.

Anche se storicamente consolidato il fatto che i discepoli di Giovanni portarono via il suo corpo per seppellirlo, durante il Medioevo divenne popolare la reliquia della testa del Battista, venerata nella famosa basilica romana di San Silvestro che fu poi denominata, appunto, “San Silvestro in Capite”.  E’ dal XII secolo che questa magnifica basilica barocca conserva  il cranio (senza mandibola) del Battista. Per secoli il cranio è stato esposto in una semplice teca di vetro con l’iscrizione “Caput Sti. Joannis Baptistae Praecursoris Domini”. Solo nel 2012 è stato costruito un prezioso reliquiario aggiungendo al cranio una mandibola di bronzo.

Bisogna precisare però che - seppur ritenuta autentica - la reliquia “romana” del Battista non è l’unica “memoria” che abbiamo del santo. Nella cattedrale di Notre-Dame de Amiens, ad esempio, troviamo esposto il cranio, portato da Costantinopoli nel 1206 durante la quarta crociata. Un altra reliquia è quella che si trova nella Grande Moschea di Damasco, in un santuario venerato sia dai cristiani che dai musulmani. E, nel 2012, sono state analizzate alcune reliquie trovate in Bulgaria, vicino a Sozopol, a sud del Mar Nero: i risultati delle analisi ci forniscono come datazione il I secolo.

Soffermiamoci sulla reliquia romana. Stiamo parlando, prima di tutto, di un frammento cranico: la calotta, per la precisione. Quando questa - nel 2012 - fu presa dal reliquiario tardomedievale per essere sottoposta ad esami, emerse questo dato: i frammenti ossei sono tenuti insieme con della scagliola e un po' di cera. Quanto alla reliquia in sé, fu accertata la presenza di un pezzetto di stoffa (probabilmente lino) che era custodito in una capsula d'argento dorato. Questa capsula si trovava nella parte interna della calotta. Anche questo lembo di stoffa era ridotto in frammenti. Per quanto questo tessuto non sia mai stato analizzato da un laboratorio di analisi, grazie alla striscia decorativa del tessuto, si ritiene che il periodo di datazione sia quasi certamente non posteriore all'ottavo secolo. Se tale valutazione è attendibile, la reliquia - molto probabilmente - fu portata a Roma dai monaci greci che vivevano - ai tempi di papa Paolo I - all’interno del monastero annesso alla chiesa (anno 761, o forse un po' prima). Da sottolineare che il famoso titolo “in Capite” è stato attribuito alla chiesa nel 1192 o nel 1194, cioè una decina o una dozzina d'anni prima del Sacco di Costantinopoli. 

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Da queste datazioni che potrebbero risultare in contraddizione fra loro, nasce il mistero di questa reliquia. Quale che sia l'origine e la sua effettiva corrispondenza alla realtà, non è dato ancora saperlo. Ma quello che sappiamo - per certo - è che la reliquia attualmente venerata in San Silvestro come testa di San Giovanni Battista è - da secoli - motivo di grande devozione per molti cattolici.