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San Pietro Armengaudio, esempio di redenzione

Il religioso mercedario cambiò radicalmente vita offrendosi per i più bisognosi

San Pietro Armengaudio |  | pubblico dominio San Pietro Armengaudio | | pubblico dominio

L'esistenza di San Pietro Armengaudio ha dell'originale. Il santo nasce in una famiglia nobile  nel  1238 presso Guardia del Prats, nella provincia di Tarragona.

Suo padre gode di un certo prestigio sociale ed il giovane trascorre una vita agiata, nella quale non manca nulla. Ma al chiaro, alle volte, si può contrapporre lo scuro ed il ragazzo ascoltando le cattive compagnie cambia vita dandosi alla dissolutezza ed al crimine.

Di animo fiero e forte non si ferma di fronte a nulla.

In questo stato d’animo diviene un criminale. Le ragioni del suo modo di essere non si conoscono e restano oscure.

Tutto ciò crea allarme familiare e sociale. All genitore, in vista del proprio ruolo sociale, è ordinato da parte del Re Giacomo I di ripulire la Catalogna dalle bande criminali ed in  questo contesto incontra il figlio.

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Il momento è teso i due sono uno davanti all'altro con le spade sguainate. Pietro abbassa la lama, comprendendo fin dove lo ha condotto la sua strada: sul precipizio della disperazione.

Seriamente pentito come il figliol prodigo, rientrato nell'abbraccio del Padre celeste, lascia tutto e chiede di essere ammesso nell'Ordine di Santa Maria della Mercede. Confessandosi da un religioso dell'Ordine conosce questo modo di vivere la fede e vuole farne parte.

Questa famiglia religiosa è stata fondata da San Pietro Nolasco, a Barcellona, nel 1218 per il riscatto dei prigionieri.

I Padri mercedari ai tre voti di povertà, castità ed obbedienza ne appongono un altro detto di redenzione, con il quale si offrono in pegno per salvare la vita di altri fratelli posti in schiavitù.

Ammesso al noviziato Fra Pietro Armengaudio è un uomo nuovo. Come un buon missionario per due volte è inviato ad Algeri in questa delicata opera di apostolato.

Nella prima spedizione salva la vita di 346 prigionieri.

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Nel 1266 a Bugia si ripete la medesima situazione ma non avendo il denaro necessario per procedere alla liberazione di 18 persone, si offre lui stesso in ostaggio. In questo luogo il religioso continua la propria missione convertendo i carcerieri e dandosi ad un'intensa opera di apostolato.

I suoi aguzzini comprendendo l'opera di evangelizzazione affrontata dal coraggioso mercedario e disturbati da ciò si affrettano a velocizzare l'iter che dovrebbe condurlo alla morte e prima del tempo stabilito lo appendono ad una forca.

Il mirabile sta nel fatto che Fra Pietro inspiegabilmente non muore. Giunto sei giorni dopo fra Guglielmo da Firenze con la somma pattuita e condotto sul luogo dell'impiccagione lo trova straordinariamente vivo e la storia vuole nelle braccia della Vergine.

A causa di ciò, però, rimane per il resto dell'esistenza con il collo storto per la tortura subita.

Rientrato in Catalogna è inviato nella comunità di Santa Maria del Prats nella quale per quarant'anni edifica tutti con il proprio modo di essere e di vivere la fede nel Cristo.

Religioso coraggioso e di profonda pietà vive un'esistenza al servizio del Re celeste.

Spira il 27 aprile 1304 lodando Dio per la grazia della fede e del Regno dei cieli, sua eredità e gioia.

Visti gli innumerevoli prodigi compiuti dopo la morte, il Pontefice Innocenzo XI con il decreto Nunc suspiramus lo eleva all'onore degli altari il 18 aprile 1687, ricordando un uomo che dalle vie del mondo ha cantato la gloria del Padre, sulle strade della grazia.