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Santa Bernadette, ‘sarà una peste!’ disse il suo padrino il giorno del battesimo

Padre Alberto Maggi racconta perché innamorarsi della fede di questa santa imperfetta

La immagine di Maria come la descrisse Bernadette  |  | pd La immagine di Maria come la descrisse Bernadette | | pd

Chi è, davvero, Bernadette? ‘Sarà una peste!’, disse il suo padrino il giorno del battesimo ascoltando i pianti disperati della piccola durante la celebrazione. Ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare lo sconvolgimento che avrebbe portato pochi anni dopo nel paesino di Lourdes.

Nata in una famiglia poverissima, Bernadette è una bambina all’apparenza come tante: analfabeta, non particolarmente devota, sempre un po’ cagionevole di salute. Ma l’11 febbraio 1858 la sua vita cambia per sempre. Perché presso la grotta di Massabielle, dove si era recata insieme alla sorellina e a un’amica, accade l’inspiegabile.

Lo scrittore Émile Zola la definì ‘un’irregolare dell’isteria’, affermando che Bernadette Soubirous fosse ‘in realtà solo una povera idiota’. Il celebre psichiatra Auguste Voisin dalla sua cattedra dell’Università di Parigi tuonava così: ‘Bernadette è una demente allucinata che i preti, dopo averla utilizzata, hanno rinchiuso in un remoto monastero’.

P. Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, fondatore del Centro Studi Biblici ‘G. Vannucci’ a Montefano in provincia di Macerata, ha scritto una nuova interessante biografia, intitolata ‘Bernadette. La vera storia di una santa imperfetta’, ispirata dal mariologo p. René Laurentin, che disse che ella ‘non è una santa. E’ solo Bernadette’.Quale è stata la sua santità?

“Bernadette creatura plasmata dallo Spirito, supera gli angusti confini di una santità stereotipata. Lei è una donna nata dallo Spirito, quindi libera e intraprendente, per certi versi addirittura strafottente. Bernadette, la più misera, la più ignorante di Lourdes è capace di tenere testa al rappresentante di Napoleone III, il procuratore imperiale. Come avrà fatto? Quindi al di là della santità, quella di Bernadette è una bellissima figura, io ho scritto da innamorato questo libro e spero che chi lo legga si innamori di Bernadette”

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 Per quale motivo è stata una santa 'imperfetta'?

“Bernadette non ha mai assunto atteggiamenti estatici o pose da persona mistica, ma è sempre stata normale, e così si potevano scorgere i suoi pregi ma anche i suoi limiti che lei non provava minimamente a nascondere. La suscettibilità e la testardaggine sono quelli che Bernadette stessa riconosce come suoi principali difetti. In lei, che ammette di avere una natura bollente, prevale il temperamento pirenaico, tipico delle ragazze provenienti dagli Alti Pirenei, dotate di un carattere fiero e di una volontà tenace, che sconfina nella testardaggine. Ragazze risolute nella loro indipendenza e mai sottomesse, sempre pronte nelle schiette risposte, spesso vivaci e colorite, con un innato senso dell’umorismo. Per questo la spiritualità di Bernadette è sana, gioiosa, incarnata, non estranea ai fatti della vita, rispetto ai quali prende parte con passione, al punto da non esitare a chiedere al Signore di mandare una bella colica a quel miscredente di Giuseppe Garibaldi, che tanto fa soffrire il pontefice.

Una costante di Bernadette è che anche quando è entrata in convento per diventare suora è rimasta bambina. Alle suore di Nevers che attendevano con trepidazione la santa, la veggente di Lourdes, lei, la prima cosa che chiede è se in convento giocano alla corda… E sconcerta le suore con le sue birichinate, il suo senso innato dell’umorismo e la sua naturale comicità. Brava nelle imitazioni, nei momenti di ricreazione è abilissima ed esilarante nell’imitare con finezza e malizia il medico del convento che lei detesta, il dottor Saint-Cyr, con le sue manie, i suoi tic, il suo ‘latinorum’. E le novizie si divertono fino alle lacrime.

Le suore che l’avevano accolta all’Hospice di Lourdes erano scandalizzate dal fatto che la veggente fiutasse tabacco e bevesse vino, e la rimproveravano per questa sua deprecabile abitudine. Ma lei non abbassava la testa mortificata, ma rispondeva anche in maniera sfrontata, come quella volta in cui le suore le pronosticarono la perdizione eterna per questo suo vizio, e lei replicò chiedendo se loro, che non tabaccavano, fossero poi così sicure di finire in paradiso.

Verso i 17/18 anni, quando finalmente Bernadette incomincia a scoprire la sua femminilità, desta scandalo tra le suore che spiano ogni sua mossa quando viene sorpresa mentre cerca di allargare la gonna per darle una forma di crinolina (moda proibita e che i preti avevano definito diabolica). Addirittura viene vista mettere una stecca di legno nel suo corsetto per valorizzare il seno!”

Perché la Madonna apparve proprio a Bernadette?

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“E’ quel che le hanno chiesto infinite volte, per curiosità o anche per malizia. Perché proprio a lei? A Nevers, in convento, Bernadette, ormai suor Marie-Bernard, soffrirà per la cattiveria delle suore, della superiora generale e in particolare della crudeltà della maestra dele novizie, Madre Marie-Thérese Vauzou, che la detesta non prova alcuna simpatia per Bernadette. Alla radice del suo disprezzo c’è pura invidia, come traspare dalle sue stesse parole. Infatti, afferma, che se la santa Vergine voleva apparire su questa terra, perché doveva scegliere una paesana rozza e ignorante invece di una religiosa virtuosa e istruita?

La risposta di Bernadette a quanti le chiedevano perché proprio a lei è che se la santa Vergine l’aveva scelta, è proprio perché era la più ignorante di tutte. Se ne avesse trovata un'altra più ignorante, l’avrebbe preferita a lei. In Bernadette trova conferma il metodo di Dio, che per le sue azioni sceglie sempre ciò che agli occhi degli uomini non è degno di stima (1 Cor 1,27)”.

Quale era la sua fede?

“La fede di Bernadette nasce si matura e cresce in base alle sue esperienze, dall’incontro con ‘Aquerò’ (quella cosa), come lei ostinatamente e caparbiamente ha voluto sempre riferirsi parlando dell’apparizione. Bernadette è la donna delle Beatitudini, per questo donna dello Spirito e quindi donna libera, impossibile da inquadrare negli angusti schemi religiosi del tempo, di ogni tempo. In lei tutto nasce dall’essere pura di cuore. All’epoca dei fatti Bernadette ha 14 anni, ma non è cresciuta, e ne dimostra appena dieci, è una bambina, di un candore disarmante che lascia stupiti. ‘Beati i puri di cuore perché vedranno Dio’ proclama Gesù. E lei, pura di cuore, ha visto Dio, ne ha fatto esperienza. Ma Dio è per natura invisibile e per manifestarlo c’è bisogno di qualcosa di concreto tangibile… di ‘Aquerò’.

Altra importante beatitudine vissuta pienamente da Bernadette è la scelta per la povertà (‘Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli’). Bernadette non è nata povera. Il mulino di Boly retto dalla sua famiglia era in origine il più prestigioso di tutta Lourdes, ma poi per la gestione incauta dei genitori, due incapaci, la famiglia dopo una serie di sfratti era finita letteralmente sul lastrico ed era la più miserevole di tutta Lourdes. Ma un mese dopo gli eventi della Grotta lei, se solo avesse voluto, avrebbe potuto diventare la donna più ricca di tutta la Francia. A lei accorrevano da tutta Europa ed anche dagli Stati uniti. Ma Bernadette rifiutò sempre radicalmente ogni aiuto, ogni offerta e rimase volontariamente povera.

Così ha vissuto anche la beatitudine della persecuzione (‘Beati i perseguitati per causa della giustizia’), tanto più crudele in quanto questa non venne dai nemici dela fede ma dalle persone religiose, dalle suore dove andò a vivere e che la martirizzarono al punto che lei si sentì come un chicco di grano macinato. Alla fine della sua giovane vita Bernadette si immedesima con Cristo, arrivando a scrivere, nei suoi appunti intimi, con espressioni inusuali e audaci per la spiritualità del tempo, che attraverso la santa comunione è talmente identificata con il Signore da essere in qualche modo un Dio: ‘Io non ero niente e di questo niente Gesù ha fatto una grande cosa. Sì, perché io sono in qualche modo un Dio attraverso la santa comunione; Gesù mi dà il suo cuore, io sono dunque cuore a cuore con Gesù, sposa di Gesù, amica di Gesù, cioè un altro Gesù’”.

Da dove deriva il suo ‘amore’ per Bernadette?

“Come si fa a non innamorarsi di una creatura del genere? Ho talmente letto, studiato ed esaminato ogni suo singolo gesto ogni sua parola cercando di immedesimarmi, per quel che potevo, in lei, piangendo, quando c’era da piangere, e rallegrandomi, quando c’era da rallegrarsi e gioire per le sue sortite, gioendo e soffrendo con lei. Bernadette mi è simpatica. Come non sorridere di fronte alle sue sortite con i vescovi dei quali non aveva la minima soggezione e che, se poteva, evitava? Come quella volta che, vedendo un vescovo in visita al convento, lei per evitarlo infilò una porticina, e alla consorella che cercava di trattenerla, dicendole che così facendo avrebbe perso i quaranta giorni di indulgenza che il bacio dell’anello comportava, lei replicò con ‘Gesù mio, misericordia!’, una giaculatoria che ne valeva ben trecento di giorni!

Oppure quella volta che venne a visitarla l’importante vescovo di Autun, mons. Léopold-René Leséleuc de Kerouara. Mentre parlava con suor Marie-Bernard, il prelato fece in modo che il suo zucchetto cadesse nel letto dell’inferma, per poter avere in qualche modo, come reliquia, un oggetto toccato dalle mani della santa di Lourdes. Nessuna reazione da parte di Bernadette, sicché dopo un attimo di imbarazzante silenzio fu il vescovo a prendere l’iniziativa, chiedendo a Bernadette di restituirgli il suo zucchetto. E lei, senza nessun timore reverenziale, replicò al monsignore che non glielo aveva mica chiesto, pertanto se lo poteva riprendere da solo”.