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Santa Croce a Firenze e la storia dei francescani in attesa del Papa

La basilica che ospita la messa del Papa è uno scrigno di storia e arte

La Basilica di Santa Croce, cappella  |  | Opera Santa Croce
La Basilica di Santa Croce, cappella | | Opera Santa Croce
La Basilica di Santa Croce, la facciata |  | Wikipedia
La Basilica di Santa Croce, la facciata | | Wikipedia
La Basilica di Santa Croce, interno  |  | Wikipedia
La Basilica di Santa Croce, interno | | Wikipedia
La Basilica di Santa Croce, l'alluvione |  | Wikipedia
La Basilica di Santa Croce, l'alluvione | | Wikipedia
La Basilica di Santa Croce, muasoleo  |  | Opera Santa Croce
La Basilica di Santa Croce, muasoleo | | Opera Santa Croce
La Basilica di Santa Croce, una stampa del '700 |  | Wikipedia
La Basilica di Santa Croce, una stampa del '700 | | Wikipedia

Oggi lo vediamo come un grande scrigno d’arte e di memorie, ma il complesso di cui fa parte la chiesa di Santa Croce ha origino molto umili. Quando i francescani arrivavano a Firenze forse nel 1209, scelsero la riva nord dell’Arno, in una zona paludosa, invasa spesso dalle piene del fiume per vivere e lavorare. E così già nel 1228 con la proclamazione di Francesco a Santo già c’è la chiesa di Santa Croce che accoglie i fedeli. Ma presto si rivela troppo piccolo e anche un secondo edificio alla fine sembra non bastare.

Tra il 1294 e il 1295 arriva la posa delle prima pietra della chiesa attuale. Architetto è Arnolfo di Cambio  che riesce a completare solo l’abside prima di morire.

Ma bisogna attendere il 1443 per la consacrazione della chiesa. Lo stile quindi si trasforma nel corso dei lavori, e dallo stile slanciato gotico viene arricchito di affreschi nel Trecento, e si crea anche una separazione tra la parte del popolo e quella dei frati.

E’ nel 1566 che Cosimo I de’ Medici affida a Giorgio Vasari il compito di rinnovare le chiese fiorentine per adeguarle alle direttive del Concilio di Trento, e quindi anche Santa Croce che così perde il tramezzo che impediva il contatto dei fedeli con l’altare maggiore, acquista un grande ciborio per l’Eucarestia, punto centrale della scenografia sacra. Ai lati poi sorsero 14 altari simmetrici.

Ma Santa Croce ha un’altra caratteristica, quella di essere luogo delle memoria per le sepolture illustri che nei secoli sono cresciute. Dalle lastre che coprono il pavimento ai grandi sepolcri marmorei di Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini, cancellieri della Repubblica fiorentina, e  quella che Cosimo de’ Medici volle per Michelangelo. 

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Ugo Foscolo nella sua lirica I Sepolcri ne cita diverse.  La facciata della chiesa viene ultimata solo nel 1856, e nel 1933 la chiesa diventa basilica. Particolare anche il sacrario con le vittime delle guerre mondiali. 

Vista la posizione la basilica soffrì molto nella storica alluvione del 1966, ma questa fu anche la occasione per imponenti restauri che ne hanno fatto un polo culturale non solo religioso. 

A curare la vita spirituale a Santa Croce ci sono ancora i francescani, che sono rimasti initerrottamente fino ad oggi nel convento. Unico vero problema è che come in molti altri casi il complesso è “turistico” e si paga un biglietto per la visita limitando così la fruizione da parte dei fedeli e di chi vuole pregare a “corsie riservate”. Una questione aperte per molti complessi artistici ecclesiali. 

Non fu sempre facile per loro, inizialmente scambiati per accattoli e ladri, conquistare l’amore del popolo, ma nel 1211 lo stesso san Francesco giunse a Firenze e si fermò nell’’Ospizio di Santa Maria dei Magnoli. A lui sarebbe stata donata una cappella dedicata alla Santa Croce, primo nucleo del convento dalla quale avrebbero poi preso origine la chiesa e il convento. La prima documentazione certa è del 14 settembre 1228 con la bolla di Papa Gregorio IX che dichiara di prendere sotto la sua protezione, e quella della Sede Apostolica, la chiesa fiorentina di Santa Croce.

Ovviamente la conservazione di un tale scrigno d’arte e storia è impegnativa e per questo esiste L’Opera di Santa Croce. L’Opera affianca agli interventi conservativi anche numerose iniziative di valorizzazione e di conoscenza del complesso monumentale e della sua molteplice identità fatta di aspetti religiosi, storici, artistici e civili.

Tra le notizie legate alla vista del Papa a Firenze e alla celebrazione della Messa proprio a Santa Croce anche la proroga della mostra in Cappella Pazzi dedicata a Dante che sarà protratta fino al 27 febbraio. 

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Il progetto culturale Dante. Il Poeta Eterno mette in mostra il maestoso ciclo delle incisioni di Gustave Doré (135 tavole: 75 dell’Inferno, 42 del Purgatorio e 18 del Paradiso), ridigitalizzato per creare “in un corpus visivo animato, musicato e sensoriale che consente un’esperienza immersiva nella Commedia”.

Il complesso monumentale non sarà accessibile dal 22 febbraio a 1 marzo per consentire l’allestimento della basilica e degli altri spazi in vista della celebrazione del Papa il 27 febbario.