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Santa Rita da Cascia, la santa degli impossibili

Papa Leone XIII la canonizzò nel 1900

Le spoglie di Santa Rita |  | pubblico dominio Le spoglie di Santa Rita | | pubblico dominio

La tradizione narra che Santa Rita prima di spirare chiese di portargli i due frutti che erano presenti nel piccolo terreno di sua proprietà a Roccaporena. Questi erano due fichi ed una rosa. La cosa che colpi tutti è che in quel mese il paese viveva una intensa nevicata e questi apparvero sotto la neve.

I due simboli sono diventati per tutti il segno dell'amore del Padre per la piccola santa che spirò dopo una vita intensa e vissuta tutta nella bontà del vangelo.

Rita nasce da una buona famiglia di Roccaporena nel 1381. Poco si sa dell'infanzia della santa e vi è incertezza anche sulla data di nascita.

Giovanissima vedendo le suore dedicare la loro vita a Dio, decide di consacrarsi nei consigli che la vita religiosa chiede ma non impone.

Per volere dei genitori, però, è invitata a sposarsi con Paolo Ferdinando di Mancino, ma il marito non capisce la grandezza della donna che ha al fianco.

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Lo sposo, di posizione economica buona, grazie alla mitezza della moglie lasciata la vita militare amministra un mulino.

Rita ha due figli, probabilmente gemelli, Giangiacomo Antonio e Paolo Maria, ed a loro insegna che prima di tutto c'è Dio, poi il resto.

E' una donna semplice ma fortissima e la sua fede conquista per la quotidiana fermezza nel saper affrontare le non facili prove dell'esistenza.

Dopo pochi anni di matrimonio il marito viene trovato ucciso. Nulla si sa di preciso su quell'omicidio nato da piccole faide.

I figli, come consuetudine del tempo, desiderano vendicare la morte del padre. Rita si mette nella mani dei Dio e la vendetta cade nel nulla.

Per diversi anni rimasta priva dei figli che muoiono per una malattia, la santa vive nella solitudine rappacificando i vari contrasti presenti nella città.

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Quest'attività era presente come una vera e propria missione nel Medioevo e già i genitori della santa la svolgevano venendo chiamati con l'appellativo de i Pacieri di Cristo.

Per la santa è un apostolato che riconduce a Dio le anime più abbandonate tanto che anche da religiosa continuerà questo servizio alla comunità.

Passano giorni difficili segnati dall'insicurezza economica ma anche dalla forza di Dio che le consente di seminare ovunque bene ed amore.

Nel 1407 con tenacia e grande fede riesce ad entrare nel convento agostiniano di Santa Maria Maddalena a Cascia nel quale si consacra definitivamente a Dio.

Il Cavallucci, uno dei biografi più accreditati della santa, racconta che secondo la tradizione la giovane vedova fu portata nel convento in volo dallo scoglio di Roccaporena nel quale spesso si recava a pregare da Sant'Agostino, San Giovanni e San Nicola da Tolentino, a cui Rita era devota, trovandola la mattina in comunità.

Ammessa al noviziato è provata nella vocazione, facendo rifiorire anche una vite secca.

Divenuta religiosa la sua vita scorre laboriosa ed attiva nell'ascolto dei tanti che bussano al convento per parlare con la santa che ovunque fa prodigi. Soccorre moltissimi poveri ed a tutti dà qualcosa di grande, che va oltre il materiale.

Nella gioia ma di più nelle durissime prove che la vita le impone sa rispondere con forza e tanta fede.

La santa è uno straordinario modello per tutti coloro che, in preda al dubbio ed alla sferza del quotidiano, guardano a lei. Chiamata per questo motivo la santa degli impossibili, Santa Rita è vicinissima al Popolo di Dio che in lei si rifugia.

Nel corso della vita ha guardato al Cristo ed alla Madonna andando avanti contro le sfide che il giorno le mise davanti.

Vedova perse i suoi figli e tanto altro, ma non si arrese al dolore che vinse non da sola ma con quella forza che solo Dio può donare a coloro che sperano in lui.

Modello di donna, religiosa, sposa e madre superò il presente guardando all'infinito del vangelo.

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Stigmatizzata dal 18 aprile 1432, venerdì santo, visse questo dono come un servizio per gli altri.

Rita per se non tenne nulla, se non quell'amore che brillò nel suo volto e che seppe donare in ogni istante della propria esistenza fino al quel 22 maggio 1457 nell'incontro con il Padre, così tanto amato nella sua vita.

Papa Leone XIII la canonizzò nel 1900 per la gioia dei tanti beneficati dalla santità di Dio che operò per le mani della grande religiosa di Cascia.