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Sinodo 2018, pronta la bozza della Lettera ai giovani

Alcuni Padri Sinodali |  | Daniel Ibanez, ACI group Alcuni Padri Sinodali | | Daniel Ibanez, ACI group

Nella giornata di oggi i Padri Sinodali hanno discusso in particolar modo la bozza della lettera che accompagnerà il Documento Finale sul Sinodo dei giovani. La lettera sarà letta Domenica dopo la Messa. Stamani la 19.ma Congregazione generale ha visto la presentazione delle prime proposte di aggiunte ed emendamenti ad entrambi i testi.

 

Il Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising, Presidente della Conferenza Episcopale tedesca, intervenuto presso la Sala Stampa della Santa Sede per il consueto briefing con i giornalisti, commenta: “Questo Sinodo ha un significato molto particolare, è un luogo di apprendimento riguardo la gioventù. E’ un momento fondamentale, qui si decide l’esistenza. E’ un periodo molto sensibile. A tutto ciò va aggiunto lo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa, è un punto molto importante da discutere. La Chiesa deve cambiare, i giovani si aspettano una Chiesa autentica e disposta al dialogo. Queste parole devono tradursi in strutture”.

Monsignor Andrew Nkea Fuanya, Vescovo di Mamfe in Camerun sottolinea: “È il mio primo Sinodo. Da questo sto imparando che non importa da dove veniamo, abbiamo gli stessi problemi ma li affrontiamo da punti di vista diversi”. Mosignor Nkea racconta come le Chiese in Camerun siano stracolme, le celebrazioni durano anche 3 ore, ma i giovani non sono contenti a causa dei tanti problemi che attraversano l'Africa. “Il tasso di povertà è altissimo, non hanno lavoro, molti sono malati e si cerca di andare in luoghi più felici, ecco il problema della migrazioni. Ma stiamo cercando la stessa soluzione. Insieme come possiamo aiutare i giovani?”, chiede ancora il Vescovo del Camerun.

A dire la sua c'è anche Monsignor Toufic Bou Hadir, Responsabile YOUCAT dell’Arabic Foundation (Chiesa Maronita): " I giovani del Medio Oriente vogliono partecipare, vogliono che la Chiesa sia cosciente dei loro problemi e delle loro sofferenze, la terra degli antenati irrigata dal sangue dei martiri. I nostri giovani vogliono essere costruttori di ponti di pace con i loro concittadini. Il Libano è più di un paese, i giovani vogliono essere i traghettatori di questo messaggio". 

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