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Sinodo, Alencherry: "La Chiesa non resti confinata nelle sue strutture"

Il Cardinale George Alencherry |  | Lauren Cater - CNA Il Cardinale George Alencherry | | Lauren Cater - CNA

 

Sono ripresi alle 9 di stamane, alla presenza di Papa Francesco, con la terza congregazione generale i lavori della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

A tenere la meditazione quotidiana è stato il Cardinale indiano George Alencherry, Arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi e Presidente del Sinodo della Chiesa Siro-Malabarese.

Il discorso del porporato è partito dal commento delle letture bibliche di oggi e si è incentrato sul tema del celibato sacerdotale.

Secondo il porporato indiano il celibato è un segno: come il profeta Geremia sopportò la solitudine così anche “i pastori della Chiesa nei tempi presenti sono chiamati ad assumere nella loro vita un ruolo profetico, nella sofferenza simile a quella del profeta Geremia”.

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Il Cardinale ha poi auspicato che la Chiesa sia sempre nelle strade piuttosto che “confinata” al proprio interno. La paura non è quella di uscire - ha aggiunto - bensì quella “di rimanere chiusi all’interno di strutture che danno un falso senso di sicurezza, entro regole che 

ci fanno giudici duri, mentre alle nostre porte le persone stanno morendo di fame”.