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Sinodo dei giovani e GMG, il Cardinale Lacunza: "Nessuno si sentirà estraneo"

Il Cardinale Josè Luiz Lacunza Maestrojuan |  | Kate Veik/CNA Il Cardinale Josè Luiz Lacunza Maestrojuan | | Kate Veik/CNA

Mancano poco meno di due anni, ma Panama già si prepara all'appuntamento fissato da Papa Francesco. A gennaio 2019 infatti sarà il Paese centroamericano ad ospitare la Giornata Mondiale della Gioventù. La scorsa Domenica delle Palme i giovani di Cracovia hanno passato la Croce della GMG ai loro coetanei panamensi. In Piazza San Pietro c'era anche il Vescovo di David, il Cardinale Josè Luiz Lacunza Maestrojuan. ACI Stampa lo ha intervistato in vista sia della GMG, sia del prossimo Sinodo dedicato ai giovani.

Come si prepara Panama alla Giornata Mondiale della Gioventù?

Stiamo facendo i primi passi, nel senso che, abbiamo costituito un primo comitato organizzatore locale di cui già fanno parte diversi elementi direttivi che si occupano di tutti gli aspetti dell’organizzazione della GMG di Panama. E ora, con il passaggio della Croce, possiamo dare il via al tutto, siamo partiti e non c’è possibilità di tornare indietro. Siamo con la Croce sulle spalle e dobbiamo portarla su di noi fino alla fine. Adesso abbiamo il compito di rendere consapevoli le persone dell’importanza di questo evento, di corresponsabilizzare le persone, e renderle partecipi richiamandole ad aprire le porte delle proprie case per accogliere i pellegrini. Vogliamo che sia così proprio perché a Panama non vogliamo che nessuno si senta un estraneo. La cultura panamense, l’idiosincrasia panamense è estroversa, accogliente, allegra e nessuno si sente un estraneo a Panama ma è importante che tale senso di accoglienza venga potenziato perché i pellegrini possano sentirsi come a casa loro.

Eminenza, prima della Giornata Mondiale della Gioventù, il Sinodo sui Giovani…

Crediamo sia un’altra benedizione di Dio, proprio durante questa settimana siamo stati qui a Roma partecipando in un incontro internazionale che si chiamava proprio “Da Cracovia a Panama, il Sinodo dei Giovani”. Come volendo dire, prima di passare da Cracovia a Panama c’è il Sinodo. Io credo sia un’opportunità per la Giornata Mondiale della Gioventù perché questa abbia un impatto ancora più significativo e importante. Pur essendoci poco tempo spero che il Papa metta un po’ più di fretta ai tempi del Sinodo, in modo tale da consegnare la stessa Esortazione Apostolica post sinodale, ripeto, pur essendoci poco tempo. Il Sinodo è a Ottobre e la Giornata Mondiale della Gioventù è a Febbraio però, se il Papa se lo propone, tutto può succedere. E sarebbe una bella occasione per consegnare alla Giornata Mondiale della Gioventù i risultati del Sinodo.

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La chiave che lega la GMG con il Sinodo è la chiesa in uscita di Papa Francesco?

Io credo che se il Papa ha scelto Panama come parte del Centro America, perché non ci dimentichiamo di una cosa, il posto dove si svolge la GMG è Panama ma è tutta la Chiesa Centro Americana quella che si trova coinvolta in questo evento. Perché quando la Chiesa di Panama ha scelto di lanciarsi a chiedere la sede della GMG lo abbiamo fatto in comunione con tutta la Chiesa Centro Americana, con una lettera inviata al Papa e firmata dai tre cardinali del Centro America e dai vescovi presidenti delle sei Conferenze Episcopali. Il Papa in questo senso ha sentito che non era solamente Panama a fare richiesta ma tutta una Chiesa, e dove molti giovani non hanno mai avuto e, forse, non avrà mai l’opportunità di partecipare a una Giornata Mondiale della Gioventù, per via delle situazioni di povertà e di marginalità in cui vivono molti di loro. E ora la possono avere, perché viaggiare dal Guatemala a Panama, può costare 70 dollari, lo stesso da El Salvador o dall’Honduras. Inoltre sede della pre-giornata Mondiale della Gioventù saranno il Costa Rica e il Nicaragua. Perché il Papa ha fatto questa scelta? Proprio per quella visione di Chiesa in uscita verso le periferie. Questi giovani che difficilmente potrebbero partecipare a una Giornata Mondiale della Gioventù, potranno farlo ora. Questa è l’opzione del Papa.

Quindi si risponde con un grande spirito di collaborazione tra le stesse chiese...

Noi nel Centro America, sono 75 anni che i vescovi sono organizzati e coordinati in un organismo che sia chiama SEDAC e che significa Segretariato Episcopale dell’America Centrale che nacque, ripeto, 75 anni fa. Esso nacque prima del CELAM, addirittura, quando nacque aveva il nome di CETAC, Consiglio Episcopale dell’America Centrale, e quando nacque il CELAM, e gli misero quel nome, noi dovemmo cambiare il nostro in Segretariato. Nel SEDAC ci siamo tutti i vescovi del Centro America, e ci riuniamo una volta l’anno, la settimana tra la festa di Cristo Re e la prima Domenica d’Avvento, e ogni riunione si svolge in un paese diverso. Il SEDAC ha un board direttivo che viene eletta ogni quattro anni ed a rotazione vengono scelti i membri direttivi, così come è a rotazione l’assemblea di ogni paese. Quest’anno si farà nel Salvador per gli eventi legati ai 100 anni Mons. Romero e i 75 anni dalla fondazione del SEDAC, che inoltre è stata fondata proprio nel Salvador. Così certamente esiste tra di noi una relazione ed una comunione molto sentita e molto vissuta, e ci conosciamo proprio perché ci vediamo molto facilmente.