“Il tempo presente è stato definito la stagione del dopo, l’epoca dopo il moderno, oltre le ideologie assolutizzanti che hanno caratterizzato a lungo il pensiero dell’Occidente, generando spesso totalitarismi e violenze. Si dice, infatti, che la contemporaneità sia segnata fortemente dal relativismo che tocca soprattutto i giovani. Questo relativismo riguarderebbe soprattutto la sfera della sessualità e di conseguenza la comprensione del matrimonio e della famiglia. Questo è vero, però, dall’altro lato, abbiamo a che fare oggi anche con un altro pericolo, di fatto opposto ad un relativismo vero, cioè con un totalitarismo subdolo che determina il contesto della vita e la maturazione dei giovani. Un totalitarismo diverso da quello del XX secolo, non violento come era il comunismo o il nazismo, ma paradossalmente più efficace. Esso non uccide i corpi ma uccide le anime”. Così l’Arcivescovo di Poznan e Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, Stanislaw Gadecki, nel suo intervento durante l’a XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. 

“Sembra che nel mondo d’oggi, nel mondo postmoderno - ha aggiunto il prelato - la credenza nell'esistenza della verità oggettiva stia scomparendo. I giovani d’oggi vengono sottoposti ad una colonizzazione ideologica”.

Come difendersi da questo nuovo totalitarismo? In primis in famiglia che “costituisce per molti giovani l’unica struttura di radicamento sociale e il più importante punto di riferimento. La seconda protezione contro l’ideologia totalitaria è stata tradizionalmente la Chiesa, specialmente la Chiesa cattolica: il compito della Chiesa è di aiutare i giovani a non cedere alle insidie del totalitarismo postmoderno che sa presentarsi in modo attraente facendo finta di voler salvaguardare la libertà. Dinanzi ad una ragione postmoderna che rende l’individuo infondato, la Chiesa ha molto da dire e da fare”.