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Siracusa, si festeggia il compatrono San Sebastiano

Sono i giorni della festa di San Sebastiano, compatrono di Siracusa. Ecco il piccolo programma di festeggiamenti, nonostante il Covid19

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Sono i giorni della festa di San Sebastiano, compatrono di Siracusa. A causa dell'emergenza sanitaria anche questa festa subirà delle modifiche, ma è stato comunque stilato un piccolo programma di festeggiamenti.

Tanti i momenti sentiti negli ultimi anni, come l’appuntamento in piazza il 20, il giorno di San Sebastiano che da buon protettore della Polizia Municipale aspetta di accogliere in piazza Duomo proprio i vigili siracusani.

Quest'anno la processione a causa del Covid-19 non ci sarà, ma sono tante le celebrazioni previste nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, come l'apertura della nicchia che custodisce il simulacro del santo, avvenuta qualche giorno fa.

Mercoledì 20, la messa delle 10.30 sarà presieduta dall’Arcivescovo Lomanto con la partecipazione del Corpo della Polizia Municipale, autorità civili e militari. Alle ore 18 messa celebrata dal parroco della chiesa di san Giacomo Apostolo ai Miracoli don Helenio Schettini.

Sabato alle 18.30 messa celebrata dal parroco della Cattedrale monsignor Salvatore Marino. Infine domenica 24, alle 11.30, messa celebrata dal vicario generale dell’arcidiocesi di Siracusa, monsignor Sebastiano Amenta. Alle 20.30, chiusura della nicchia che custodisce il simulacro di S. Sebastiano. Le dirette streaming saranno tutte sulla pagina Facebook Comitato San Sebastiano Siracusa.

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Durante la giornata sarà distribuito il “pane di San Sebastiano”. Sempre nel rispetto delle norme anti-covid. Il Simulacro resterà esposto per tutto l’Ottavario dalle 8 alle 19.

San Sebastiano fu un ufficiale dell'esercito imperiale, fece presto carriera e fu il comandante della prestigiosa prima corte pretoria, di stanza a Roma per la difesa dell'imperatore. In questo contesto, forte del suo ruolo, poté sostenere i cristiani incarcerati, provvedere alla sepoltura dei martiri e diffondere il cristianesimo tra i funzionari e i militari di corte, approfittando della propria carica imperiale.

Quando Diocleziano, che aveva in profondo odio i fedeli a Cristo, scoprì che Sebastiano era cristiano, lo condannò a morte. Fu legato ad un palo in un sito del colle Palatino, denudato, e trafitto da così tante frecce in ogni parte del corpo da sembrare un istrice. Sebastiano per questo viene raffigurato solitamente come un giovane nudo, trafitto da frecce. I soldati, al vederlo morente e perforato dai dardi, lo credettero morto e lo abbandonarono sul luogo affinché le sue carni cibassero le bestie selvatiche; ma non lo era. Morì successivamente sempre per mano di Diocleziano. La matrona Lucina trasportò il corpo del martire sino alle catacombe sulla via Appia e ivi lo seppellì.

San Sebastiano è il patrono di numerose località. Sebastiano veniva invocato come protettore contro la peste. Attualmente, in Italia, è il santo patrono della polizia municipale e di tutte le malattie contagiose.

 

 

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