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Siria, un segno di speranza: riconsacrata la cattedrale maronita di Aleppo

Nel giorno di Sant’Elia, cui dedicata, la riconsacrazione della cattedrale rappresenta il segno della lenta rinascita della città martire della Siria

Joseph Tobji | L'arcivescovo maronita di Aleppo Tobji tra le rovine della cattedrale di Mar Elias | ACS Joseph Tobji | L'arcivescovo maronita di Aleppo Tobji tra le rovine della cattedrale di Mar Elias | ACS

Non è solo una rinascita materiale, ma anche una rinascita dell’intera comunità. Dal 20 luglio, i maroniti di Aleppo hanno di nuovo la cattedrale. Dedicata a Sant’Elias, danneggiata severamente durante la guerra siriana, la cattedrale è stata ricostruita grazie al contributo di vari donatori, tra i quali Aiuto alla Chiesa che Soffre, che ha donato 400 mila euro.

La scelta è stata quella di riconsacrarla nel giorno di Sant’Elia, cui è dedicata. La cattedrale ha una storia non recente alle spalle, essendo stata edificata nel 1873, nel quartiere di al Jdeydeh. Durante la guerra sriana, la cattedrale è stata colpita più volte da granate nel 2012 e nel 2013. L’arcivescovo maronita Joseph Tobji di Aleppo ha ricordato che, con l’aumento degli attacchi, non era possibile raggiungere la chiesa, che poté raggiungere solo dopo la liberazione della città. A quel punto, si fece una stima dei danni, notando che i più gravi avevano colpito il soffitto, la cupola e le pareti.

La chiesa è rimasta chiusa per quattro anni, fino al 2016, quando 12 giorni dopo la liberazione di Aleppo, si è deciso di celebrare il Natale nella cattedrale, per dare un segnale di speranza.

Ora, la cattedrale è stata riconsacrata, il tetto in legno della cattedrale è stato ripristinato al suo stato originale con l’aiuto di architetti italiani, perché mancavano competenze tecniche in loco Anche il materiale è giunto dall’Italia.

La situazione in Siria, comunque, è drammatica. Durante il conflitto sono state colpite o danneggiate 120 parrocchie su 300. Anche i cattolici si sono più dimezzati in città, così come il numero di cristiani: nel 2010 erano 2,2 milioni, oggi una cifra intorno al milione.

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La denominazione cristiana più diffusa è quella ortodossa di Antiochia, seguita per numero dalla famiglia cattolica dei Melchiti e da altre famiglie quali quelle di rito caldeo e di rito armeno; vi sono anche diverse comunità protestanti. 

La ricostruzione delle chiese è parte di un progetto che mira a mostrare maggiore stabilità nella regione.