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Sordevolo, tutto per la Passione

Passione di Sordevolo | Una scena della rappresentazione della Passione a Sordevolo (Biella) | Wikimedia Commons Passione di Sordevolo | Una scena della rappresentazione della Passione a Sordevolo (Biella) | Wikimedia Commons

È arrivato su, in provincia di Biella, in maniera misteriosa. Ma il testo della Passione di Cristo, una immensa opera teatrale che coinvolge praticamente la metà del piccolo paese di Sordevolo ogni cinque anni, ha origini romane. Anzi, veniva persino rappresentato al Colosseo, là dove i primi cristiani furono martirizzati. Fu con l’avvento della Riforma protestante che Paolo III ne vietò la rappresentazione.

Una felice evenienza, per il piccolo paesino nel biellese. Che ogni cinque anni mette in scena la passione di Cristo in un anfiteatro di 4 mila metri quadri, in cui viene riprodotto un lembo di Palestina. E così i 400 personaggi coinvolti nella ‘sacra rappresentazione’ si spostano dal Getsemani al Sinedrio, dalla Reggia di Erode al Pretorio di Pilato, dal Cenacolo al Calvario. Non viene rappresentata la passione. Si vive la passione.

Perlomeno, la vive questo piccolo paese in provincia di Biella, che da 200 anni mette in scena la Passione. Un anniversario importante. Hanno cominciato nel 1815, e hanno deciso che la rappresentazione avrebbe avuto luogo ogni cinque anni. La passione del paese è diventata la Passione centinaia di volte, in una tradizione tramandata da padre in figlio. Quest’anno, la messa in scena è cominciata il 13 giugno, e andrà avanti fino al 27 settembre, con 40 repliche che si tengono in questo centinaio di giorni, e tra queste 3 repliche interamente recitate dai bambini.

Cosa rende la Passione di Sordevolo così particolare? Prima di tutto, rappresentazioni di questo genere avvengono solo in tre posti in Europa. Oltre a Sordevolo, succede a Oberammergau in Germania e a Kuopio in Finlandia (ma prima la rappresentazione era ad Iisalmi).

Ma tutto questo sarebbe meramente un dato numerico, se la sacra rappresentazione non fosse sostenuta da un testo di spessore. Sono 29 scene, e un prologo (durante il quale entra persino in scena una biga romana), e si pensa siano state scritte da Messer Giuliano Dati nel XV secolo. Messer Dati, cappellano della Chiesa dei Santi Martiri in Trastevere, è il primo ad aver scritto un’opera letteraria sulla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo – il poemetto La scoperta di Colombo – La lettera dell’isole che ha trovato nuovamente el re di Spagna.

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Nonostante l’incertezza dell’attribuzione, si sa per certo che dal 1490 al 1539 l’azione scenica veniva rappresentata il Venerdì Santo al Colosseo, dalla Compagnia della Confraternita del Gonfalone. Era una grande manifestazione popolare, che coinvolgeva persino i pellegrini che si recavano appositamente a Roma per assistere alla manifestazione.

Poi, come detto, la Riforma Protestante portò alla decisione di Paolo III di sospendere la manifestazione. Ma la storia riprende nel XIX secolo, quando il testo arriva a Sordevolo per strade misteriose, forse grazie a rapporti tra Confraternite, dato che il Gonfalone aveva la Santa Lucia di Sordevolo come affiliata, forse grazie a semplici contatti commerciali.

Questa però è la parte secondaria della storia. Perché da allora Sordevolo ha cambiato volto. Ogni cinque anni, la cittadina nel biellese si sveglia e si mette all’opera, seguendo un copione che è sempre lo stesso da 200 anni, e che include la preparazione, le prove, la costruzione delle scenografie. Tutti sono coinvolti. Gli attori sono 400, per 42 parti parlate e 360 comparse. Ma dietro le quinte lavorano 300 persone. In pratica, 700 persone, quasi l’intero paese, che conta 1400 abitanti.

Sono tutti volontari. E vivono la passione da sempre, secondo una tradizione tramandata da padre e figlio. Laura Fanella, che ora recita nella nona edizione, ha debuttato a 7 anni, nel 1970, e regista della rappresentazione era il padre. È stata Angelo del Calice, Madonna, Maria Cleofe e Maria Maddalena. Oggi fa la moglie di Pilato. Mentre Marco Caldi, che interpreta Cristo per la seconda volta, si è mosso appositamente da Bali, dove fa l’istruttore di pesca subacquea. Anche lui, prima di arrivare a impersonare Gesù, ha fatto una trafila di ruoli, dal centurione a cavallo al ladrone cattivo. E si fa crescere barba e capelli proprio per la parte.

E così, grazie alla rappresentazione, il Piemonte si candida sempre più ad essere centro degli itinerari cristiani per il 2015: è il Bicentenario di don Bosco, e Sordevolo è proprio ai piedi del Santuario di Oropa, un luogo di spiritualità che racchiude in sé oltre 16 secoli di tradizione religiosa. L’occasione è ghiotta per un percorso cristiano in terre i cui santuari sono stati proclamati patrimonio dell’UNESCO. Come un piccolo patrimonio è questa rappresentazione scenica, che fa vivere tutta la città in un mondo sospeso. È la passione per la Passione. Una storia di tradizione popolare che piacerebbe molto anche a Papa Francesco.