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Stazioni quaresimali, la carità romana al centro della "movida"a Santa Maria in Trastevere

I mosaici e gli affreschi della facciata di Santa Maria in Trastevere  |  | Wikipedia I mosaici e gli affreschi della facciata di Santa Maria in Trastevere | | Wikipedia

La basilica di Santa Maria in Trastevere dove oggi si ferma il cammino stazionale è una delle parrocchie più antiche di Roma.

In un documento vaticano, scrive Mariano Armellini, si legge che il 2 agosto del 1624 la comunità era composta di 710 famiglie  con 4341 anima.

Annesso alla basilica c’era un granaio come scrive l’abbadessa di San Cosimato  nel XVI secolo, frutto di una dote monastica.

La bellezza dei suoi mosaici, la purezza delle sue linee paleocristiane si affacciano su una delle piazze della “movida” romana, ma è anche il luogo dove la Comunità di Sant’ Egidio vive i suoi grandi eventi o le preghiere quotidiane.

Dal pranzo di Natale per i poveri alla preghiera per Modesta, la senza tetto morta di stenti simbolo di tutti i senza tetto del mondo.

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La vita della parrocchia così rimane un po’ schiacciata dalle molte iniziative di Sant’Egidio che pure ha la sua sede negli edifici alle spalle della basilica.

Ma sono comunque molte le iniziative della comunità che presto potranno anche essere seguite grazie ad un sito internet in costruzione.

La basilica è titolo cardinalizio e dal 2016 è titolare il cardinale Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid.

Lo spettacolo dei mosaici della facciata è tornato magnifico dopo il restauro dello scorso anno Gli affreschi ottocenteschi risultavano ormai sbiaditi e il mosaico medioevale aveva perso l’originaria lucentezza, ma il restauro è riuscito a trovare  il giusto equilibrio tra il recupero della decorazione ottocentesca e la conservazione dello splendido mosaico medioevale.

Scavi particolari erano stati fatti ai tempi di Pio IX che scoprirono gran parte della prima basilica.