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Strenna salesiana 2021, la speranza cristiana è la strada per superare la pandemia

Il messaggio a conclusione delle Giornate di Spiritualità salesiana

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“La risposta del Signore è un modello di proposta di vita e di proposta vocazionale: ‘Venite e vedete’. E così i due discepoli sono andati e sono rimasti con Lui, inizialmente per un giorno e poi per tutta la vita.

Gesù ha dato un senso alla loro vita. Tutto ciò è molto bello: Gesù ha dato pienezza alla loro vita, riempiendola di significato. Che cosa ha detto loro? Che cosa li ha resi entusiasti della persona di Gesù? Che cosa hanno visto? Non saprei dare una risposta. Tuttavia, penso che Gesù abbia soddisfatto la loro sete di significato, la loro ricerca”.

Così il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Fernandez Artime Angel, ha concluso le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2021 con 9.000 persone che hanno partecipato via streaming, aperte dal vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero, che ha raccontato la sua esperienza di malato di Covid 19: “Solo due cose restavano salde, due cose che erano perciò il vero me, il mio nocciolo duro, la mia identità: una grande fiducia, che io da credente chiamo fiducia in Dio, cioè la certezza di una Presenza, e i tanti volti cari con cui ho stabilito delle relazioni”.

Al centro delle Giornate è stata presentata la ‘Strenna 2021’ del Rettor Maggiore, intitolata ‘Mossi dalla Speranza: ecco faccio nuove tutte le cose’: “In questi mesi ho pensato più volte che la lettura che facciamo di questo momento che dobbiamo vivere, non può essere come le altre” ed è impossibile il ritorno alla ‘normalità’ senza la speranza: “non possiamo porci di fronte alla ‘nuova normalità’, senza vivere di speranza. Nessun futuro è assoluto e definitivo, se dipende solo dall’uomo” E la speranza non è un semplice desiderio o ottimismo: “la speranza, al contrario, riguarda pienamente la persona e ha a che vedere con la dedizione e la fiducia”. In effetti “per l’essere umano, la speranza è un ingrediente dell’amore. 

Questo è ciò che ci dice san Paolo quando, nel prezioso inno della prima lettera ai Corinzi, afferma che l’amore tutto spera”. E “la speranza cristiana è storica e si basa sulla profonda fiducia in Dio, il Dio di Gesù Cristo, che non abbandona mai il suo popolo ed è sempre con lui”. Inoltre la speranza “che ci muove rende feconda ogni piccola speranza dell’uomo, mostrando i grandi valori nei quali l’umanità ha investito le sue migliori energie: verità, bontà, giustizia, solidarietà, pace, amore,…; e questi valori non si convertono in utopie, ma diventano realizzazioni, concrete e parziali, del grande progetto che Dio ha sempre preparato per tutta l’umanità e che in Cristo diventa definitivo. Questa è la speranza che ci muove”.

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L’invito del Rettore maggiore dei salesiani  è diretto: “Abbandoniamo le paure. Creiamo legami. Cresciamo. Smettiamo di rifiutare l’altro perché altro, diverso, straniero,... Partiamo da un ‘noi’ che unisce il plurale e il diverso con il particolare, ricco, unico, singolare, irripetibile e bello di ogni persona, di ciascuno di noi, prezioso in se stesso”.

Quindi ha sottolineato che la preghiera è scuola di speranza: “La vita spirituale curata dalla preghiera è unificante, dà senso agli avvenimenti, alle varie cose che viviamo e che facciamo. Con la preghiera scopriamo il senso della gratuità della vita, la nostra e quella delle persone che ci sono state affidate. 

Questa prospettiva di preghiera come dono è essenziale per il cammino spirituale, sapendo che tutto ci è stato regalato dal Signore”. Per fare questo serve la conversione alla speranza del Vangelo. Il messaggio della “ Strenna” si conclude con lo sguardo a Maria che “ha conosciuto l’ostilità e il rifiuto nei confronti di suo Figlio fino a quando, ai piedi della sua croce sul Golgota, ha compreso che la Speranza non sarebbe morta. Per questo è rimasta con i discepoli come Madre, come Madre della Speranza”.