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Suor Samuela, “ecco come noi, suore di Bratislava, abbiamo aiutato gli Ebrei”

La suora orsolina, che ha reso la sua testimonianza davanti a Papa Francesco lo scorso 13 settembre, racconta come le suore stesse sono venute a conoscenza dei salvataggi degli Ebrei in Slovacchia

Suor Samuela | Suor Samuela, delle Suore Orsoline di Bratislava
 

 | AG / ACI Group Suor Samuela | Suor Samuela, delle Suore Orsoline di Bratislava | AG / ACI Group

Furono 999 le donne ebrei della Slovacchia Orientale le prime deportate 79 anni fa dalla Slovacchia, che approvò poi i trasferimenti retroattivamente nel 1941. Soltanto venti di loro sopravvissero. Fino all’ottobre 1942, lo Stato slovacco mandò 58 mila dei suoi cittadini a morte certa, cui si aggiunsero quelli di una seconda ondata di deportazioni che porta la stima degli ebrei slovacchi deportati a 70 mila. Era un Paese dilaniato dalla guerra. In quella situazione, la Chiesa cattolica difese gli ebrei. E lo fecero, in particolare, le Suore Orsoline, che diedero rifugio a diversi ebrei, salvando loro la vita.

Di questa storia era una testimonianza Suor Samuela, chiamata a parlare davanti Papa Francesco lo scorso 13 settembre, a Bratislava, nello spazio di quella che fu una sinagoga poi distrutta dal governo comunista. Suor Samuela ha conosciuto una delle suore che avevano nascosto gli ebrei, che è morta a 104 anni, e ha raccolto le storie di alcuni sopravvissuti. È grazie ai sopravvissuti che si è venuti a conoscenza del lavoro delle suore.

Cosa hanno fatto le suore Orsoline per salvare gli Ebrei?

Avevamo una scuola nel centro di città, avevamo anche un’altra casa, e un collegio in centro. Sono stati nascondigli. Non sappiamo a quanti ebrei abbiamo dato rifugio, non ci sono cronache o registrazioni: era molto pericoloso farlo. Dopo anni, però, questo lavoro è stato raccontato da vari testimoni.

Chi sono i testtimoni?

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Per esempio, Thomas Frankl, che ha raccontato la sua storia a Papa Francesco, e che aveva dieci anni quando si è rifugiato da noi. Ma anche Gabriella Karin, una artista che vive a Los Angeles, ed Erika Branikova, che vive a Bratislava. Erano entrambe studentesse del Collegio delle Orsoline nel centro di Bratislava. Lì furono nascoste insieme con altre ragazze ebree. I loro genitori facevano loro visita ogni giorni, finché non si trovò un rifugio per l’intera famiglia o qualcuno li aiutò a scappare da Bratislava.

Di cosa parlano le testimonianze?

. La testimonianza speciale di queste persone che conosciamo, e un altro uomo che è morto questa estate e parlano della gentilezza della cura e della gentilezza dei bambini. Come ho detto, non abbiamo registrazioni. Abbiamo incontrato circa 6 o 7 persone che hanno testimoniato di essersi rifugiate da noi, o ne abbiamo incontrato gli amici. Credo che in tutto siano state salvate una cinquantina di persone.

Dove le nascondevate?

Nelle scuole, ma anche in una fattoria, che era poi il luogo dove oggi sorge la nunziatura. La fattoria permetteva di aiutare anche famiglie intere, non solo bambini.

La Chiesa cosa faceva?

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Faceva moltissimo, in tempi molto difficili.