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Ucciso don Leonardo Grasso, il frate dei malati di AIDS

Morto nell’incendio doloso appiccato nella struttura per malati di AIDS che lui dirigeva. È omicidio premeditato. Il dolore del vescovo di Acireale

Don Leonardo Grasso | Una immagine di don Leonardo Grasso e i suoi collaboratori nella Tenda di San Camillo, la struttura per malati di AIDS che lui dirigeva | Twitter Don Leonardo Grasso | Una immagine di don Leonardo Grasso e i suoi collaboratori nella Tenda di San Camillo, la struttura per malati di AIDS che lui dirigeva | Twitter

L’assassinio di fratel Leonardo Grasso, 78 anni, il camilliano che aveva fondato ed era responsabile di una comunità di assistenza per malati di AIDS in provincia di Catania, lascia “sgomenti, siamo nel dolore”, ha detto il vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Il quale ha anche aggiunto che “Fra Leonardo è sempre stato l’anima di questa opera, di questa bella casa, tantissime persone sono passate da qui, alcune sono rimaste dentro per anni”.

La casa è la “Tenda di San Camillo”, che don Leonardo Grasso dirigeva. È lì che ha trovato la morte, in un incendio appiccato da uno dei sei ospiti della comunità lo scorso 5 dicembre. Incendio che sembra essere parte di una strategia di uno degli ospiti per coprire l’omicidio del frate, sul cui corpo sono stati trovati segni di percosse.

“Fra Leonardo – ha continuato il vescovo di Acireale - si è sempre dedicato con trasporto, con passione a queste persone che attraversano momenti difficili e che a volte sono aggressive", ha concluso il vescovo”.

Ancora i contorni della vicenda sono poco chiari. Forse c’erano delle situazioni personali. È certo, però, che il rogo sia stato doloso.

La Tenda di San Camillo si trovava a Riposto, in provincia di Catania, ma nel territorio della diocesi di Acireale. Fratel Leonardo Grasso la aveva fondata e ne era il cordinatore.

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Fratel Grasso aveva preso i voti a 50 anni, abbracciando l’Ordine di San Camillo per dedicare la vita ai sofferenti dopo la morte di entrambi i genitori, deceduti a sei giorni di distanza l’uno dall’altro. Prima, era un agente di commercio con una attività avviata. Si sentiva un vero figlio di San Camillo, cui diceva di rassomigliare, perché anche San Camillo aveva dedicato tutto se stesso per aiutare gli altri dopo una vita scapestrata.

Ha sottolineato il vescovo Raspanti: “Don Leonardo Grasso si si spendeva da tanti anni, con una generosità esemplare in questa struttura. Eleviamo preghiere per il religioso e speriamo che si chiarisca presto la vicenda. In ogni caso è una perdita ed una ferita sia nella famiglia camilliana che nella nostra diocesi”.

Il vescovo ha poi aggiunto che “nella Tenda di San Camillo da parecchi anni ormai c’è un progetto portato avanti proprio da fratel Leonardo per tossicodipendenti e soprattutto per ammalati di Aids. Sono andato sul posto ed ho potuto constatare lo sconforto tra i pochi ospiti ma anche il dolore dei padri e dei frati camilliani, ai quali porgo le mie più sentite condoglianze”.