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Gli “Universitari per la Vita” aspettano il Papa

Universitari per la Vita |  | Chiara Chiessi
Universitari per la Vita | | Chiara Chiessi
Universitari per la Vita |  | Chiara Chiessi
Universitari per la Vita | | Chiara Chiessi

Papa Francesco visiterà venerdì 17 febbraio la Terza Università di Roma. Un evento atteso. Soprattutto dai tanti giovani cattolici che popolano le università. Come quelli presenti a Roma Tre, gli “Universitari per la Vita”. Per molti giovani che studiano, tra un esame e una verbalizzazione, c’è ancora tempo per pregare e per custodire la fede. ACI Stampa ha approfondito l’argomento con Chiara Chiessi, responsabile del progetto “Universitari per la Vita”.

Universitari per la Vita. Che realtà è? Cosa fanno gli “universitari pro life”?

Gli Universitari per la Vita sono un gruppo di studenti che diffonde la cultura pro vita nelle università, parrocchie, scuole e centri giovanili. Nascono dal desiderio di costituire e rappresentare la futura generazione di attivisti pro vita, impegnati a difendere il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale. Più nel concreto, la nostra è un’attività di tipo culturale tesa a far diventare l’aborto, una delle più grandi tragedie e discriminazioni dei nostri tempi, qualcosa di impensabile. Oggi in una società civile è impensabile la discriminazione delle persone di colore. Noi vogliamo raggiungere lo stesso obiettivo con il dramma dell’aborto: che sempre più giovani si rendano conto di dover fare qualcosa per migliorare la nostra nazione, garantendo a tutti il diritto alla vita. Per questo, siamo presenti attivamente nelle università e nelle Cappellanie (per ora a Roma, ma ci stiamo diffondendo rapidamente anche in altre città), interveniamo nelle parrocchie o nelle scuole, organizziamo dibattiti in aule universitarie, campagne di sensibilizzazione tramite social network, concerti, preghiere fuori gli ospedali.

Che mondo giovanile universitario si prospetta oggi? Ci sono ancora valori forti, come la fede?

Il mondo giovanile è una realtà frenetica ed in continuo divenire. Tra lezioni, esami, tesi, attività, sembrerebbe quasi che non ci sia tempo per fermarsi e riflettere sulla fede e Dio. Eppure, la nostra esperienza nel far conoscere la realtà delle cappellanie agli studenti, ci dimostra che ci sono ancora tanti studenti per cui la fede costituisce un valore fondamentale. Giovani che prima di andare a lezione, fanno una visita in Chiesa o vanno a Messa. Giovani che non hanno paura di mostrarsi diversi dalla maggioranza. Grazie all’esempio di queste persone, anche ragazzi non credenti hanno iniziato a farsi domande sul senso della loro esistenza e su Dio; è questo un segno che soprattutto durante la giovinezza si è in continua ricerca di qualcosa di più elevato e grande.

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Chiara cosa si può fare per portare la Buona Novella negli ambienti come l’università?

Come primo passo, organizzare attività culturali che possono costituire interesse per gli studenti. Ad esempio, nella Cappellania di RomaTre, si organizzano visite a Musei, Catacombe, Chiese o Abbazie. Gli studenti, riscoprono così piano piano la bellezza del sacro ed è più facile per loro avvicinarsi alla fede. Poi, importante è organizzare dei brevi incontri e meditazioni formative, tra una lezione o l’altra. C’era un periodo in cui un gruppetto di studenti si vedeva ogni giorno in università per recitare il Rosario. La cosa fondamentale però, è comprendere quanto gli universitari abbiano bisogno di tutto questo, anche se in apparenza potrebbe sembrare il contrario.

Papa Francesco visiterà la Terza Università di Roma questo venerdì. Cosa si aspettano i ragazzi universitari da questa visita?

Gli universitari si aspetteranno sicuramente un incoraggiamento a continuare a coltivare la fede anche in ambienti che possono sembrare poco aperti a questi valori, e consigli su come diffonderla. Poi anche, seguendo l’esempio di Piergiorgio Frassati, imparare a mettere in pratica i propri talenti per il bene di tutti ed essere studenti santi. Abbiamo bisogno di santi, soprattutto giovani che cambino il mondo con la forza della loro testimonianza di vita Papa Francesco, con la sua visita a RomaTre, dimostra così di avere un’attenzione tutta particolare verso il mondo dei giovani, le loro problematiche e speranze, e di credere nel ruolo fondamentale dell’università, istituzione che va a formare la futura generazione che sarà protagonista del futuro del proprio Paese.