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La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo a Strasburgo, Francia / Unione Europea

Blasfemia in Europa, una sentenza controversa, un latente pregiudizio anti cristiano

Il 20 dicembre 2013, Eloïse Bouton, esponente del collettivo Femen, entrò nella chiesa di Santa Maria Maddalena in Parigi indossando un velo azzurro e una simil corna di spina. Come costume del collettivo Femen, aveva il petto nudo e il corpo tatuato con alcuni slogan. Davanti all’altare, in corrispondenza del tabernacolo, mimò l’aborto con l’aiuto di due pezzi di fegato di manzo. Il gesto blasfemo fu condannato in Francia con sentenza definitiva ad un mese di reclusione. Ma la donna è invece stata assolta dalla Corte Europea dei Diritti Umani, con una sentenza che il Centro Studi Livatino non ha esitato a definire “illogica e contradditoria”. Mentre il Centro Europeo per la Legge e la Giustizia nota che, se sentenze simili sono la norma quando si parla di cristiani, la questione è tutta diversa se riguarda altre fedi.